giovedì 9 ottobre 2008


IL MONDO IN VATICANO

«Dalla Parola di Dio la risposta alle sette»

Al Sinodo dei vescovi l’invito ad approfondire la conoscenza e rilanciare l’annuncio della Bibbia di fronte al proliferare dei nuovi movimenti religiosi

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Il ritorno all’annuncio della Parola di Dio, anche come mezzo per contra­stare l’aggressività delle sette, favo­rita proprio dall’«inaridimento» di mol­te comunità ecclesiali. È su questo a­spetto, introdotto in Assemblea dal vi­cario apostolico di Bengasi, monsignor Sylvester Carmel Magro, che s’è soprat­tutto concentrato il dibattito libero che ha concluso la giornata sinodale di mar­tedì, alla vigilia della prima riunione dei Circuli minores, i gruppi linguistici nei quali, da ieri mattina, è iniziata la di­scussione sulla relazione generale. Dopo le indicazioni di arrivare, anche attraverso l’elaborazione di un testo di base, a omelie più preparate per meglio attualizzare la Parola di Dio, il problema delle sette sembra essere il secondo dei temi 'emergenti' in questo Sinodo. As­sieme a questi, non tanto come tema specifico ma piuttosto come tensione che attraversa tutta l’Assemblea, c’è poi l’impegno ecumenico, che nelle Scrit­ture può, secondo i Padri sinodali, tro­vare lo stimolo per poter giungere al tra­guardo della piena unità.

Nel suo intervento monsignor Carmel Magro ha denunciato con forza la vio- lenza usata nei confronti di diverse Chie­se africane da parte di chi aveva tutto l’interesse a disperdere i fedeli cristiani, le sette in primo luogo. Per il presule il risultato più doloroso di questa aggres­sione è che tra queste persone ci sono molti cristiani che, abbandonata la fede, ora si rivoltano quasi con odio contro la Chiesa. La causa di questa situazione, ha affermato l’arcivescovo, va ricercata proprio nella poca coscienza del ruolo della Chiesa nel mondo, all’assoluta mancanza di conoscenza della Parola di Dio nel suo più profondo significato. Anche per questo – e qui è ritornata la questione delle omelie – è necessario se­condo il vescovo della Tanzania Deside­rius Rwoma, ritrovare la capacità di tra­smettere efficacemente la Parola di Dio con la predicazione. Di qui la proposta di istituire dei corsi specifici per i predi- catori, che sia accompagna a quella di proporre, soprattutto per la prima let­tura della Messa, dei testi più semplici per quei sacerdoti che non abbiano profonde conoscenze bibliche.

Per monsignor José Miguel Gómez Ro­dríguez, vescovo di Líbano-Honda, in Colombia, «l’essere umano è reso tale dalla sua capacità di ascoltare Dio». An­cor più, la persona raggiunge «la sua i­dentità » e «la sua dignità fondamenta­li » nell’ascolto della Parola di Dio». Per questo «è necessario che la Chiesa ri­cordi all’umanità queste verità in modo da trovare le soluzioni che ancora non trova»; e per questo è urgente «stabilire i criteri più adeguati per l’interpretazio­ne autentica della Parola rivelata», in quanto «l’interpretazione della Bibbia sfugge al capriccio dei relativismi mo­derni, perciò è scomoda per molti». Un’esigenza tanto più avvertita in Asia, dove, ha osservato l’arcivescovo di Co­tabato (Filippine) Orlando Quevedo, «in­credibilmente ricchi di uno splendido mosaico di antiche culture e religioni, noi siamo però comunque un conti­nente di poveri, di squilibri economici e politici, di divisione etnica e di conflit­to. Il nostro profondo senso di trascen­denza e di armonia viene eroso da una cultura secolare e materialista globaliz­zante ». Tuttavia, ha aggiunto, «la Parola di Dio in Asia chiama... migliaia di pic­cole comunità di poveri. Così facendo, stanno costruendo un 'modo nuovo di essere Chiesa' che in realtà è un modo antico, cioè il modo della prima comu­nità di Gerusalemme... Costituiscono comunità ecclesiali di base... testimo­niando la Parola di Dio in un ambiente multireligioso molto spesso ostile. Sono comunità di solidarietà e fraternità che, nel loro piccolo, sfidano in modo effica­ce la cultura moderna del secolarismo e del materialismo».

Durante la IV Congregazione generale si è svolta la seconda votazione per l’e­lezione della Commissione per il Mes­saggio finale, mentre ieri mattina i lavo­ri sono proseguiti con la prima sessione dei Circoli minori. Tra i quali, quest’an­no, non c’è quello in lingua latina. Che – per la cronaca – era quello al quale par­tecipava regolarmente in passato il car­dinale Joseph Ratzinger.

Da Avvenire del 9 ottobre 2008