giovedì 9 aprile 2009

FATTI PER PENSARE
IMMIGRAZIONE ED ANTICRISTO

di PAOLO DEL PRETE

Se è vero che la Carità Cristiana, una delle imprescindibili e Sacre Virtù Teologali, ci spinge ad andare incontro ai fratelli senza alcun tipo di discriminazione e all'accoglienza amorevole nei confronti di tutti coloro che si trovano nel bisogno, è altrettanto vero che il fatto che il fenomeno dell'immigrazione selvaggia in Italia, sbarchi di clandestini inclusi, sia un fenomeno tutt'altro che casuale è ormai evidente anche al più sprovveduto degli individui. E' palese infatti come, aldilà della propagazione ideologica di trend socio-politici come la globalizzazione, tale situazione non sarebbe possibile se a tirare i fili dietro le quinte non ci fossero i "soliti" noti, ovvero i cosidetti "poteri forti", detti anche "poteri occulti". Le motivazioni relative l'attuazione di tale progetto sono innumerevoli, e spaziano dal reperimento di manodopera a buon prezzo alla manovalanza delinquenziale, dallo sfruttamento umano a tutti i livelli (non ultimo quello alloggiativo / abitativo, con affitti alle stelle per locali in cui spesso si ammucchiano anche più di 30 persone) allo stesso caos sociale creato da tale situazione: in ogni caso, nella stragrande maggioranza dei casi, niente a che vedere con l'accoglienza solidale o la filantropia multiculturale. Ma c'è un altro, sottile quanto non evidente motivo che spinge certi poteri a favorire tale confusa situazione. Un motivo che sfugge ai più, ma che è ed è sempre stato uno degli obiettivi primari, se non il leit motiv, di questi poteri prevalentemente di radice giudaico-massonica: l'annientamento della Chiesa Cattolica Romana. Infatti, è proprio da quando il numero di immigrati in Italia ha raggiunto una certa consistenza che sempre più persone accampano la pretesa, in nome di un presunto rispetto per lo straniero, che vengano nascosti se non eliminati del tutto proprio quei simboli religiosi, espressione della nostra Fede, che per secoli hanno fatto parte del nostro quotidiano e che da secoli fanno parte della nostra Tradizione, dai Crocifissi presenti nelle aule istituzionali ai Presepi costruiti nei luoghi pubblici, fino alle festose recite scolastiche ed ai canti natalizi. Il vero, grosso problema è che tali, incredibili ed insulse pretese provengono esclusivamente da soggetti, e molto spesso da figure istituzionali, di cittadinanza italiana! C'è inoltre da aggiungere che, da parte loro, gli stranieri non hanno mai fatto richieste in questo senso, a parte rari casi palesemente costruiti e manovrati. La stragrande maggioranza degli immigrati ha sempre rispettato le nostre Tradizioni socio-religiose, pur continuando ad essere fedeli alle proprie. Ed è logico che sia così, in quanto nessuno di loro si sognerebbe mai di togliere nei propri luoghi di origine quei simboli religiosi e culturali che per loro sono così importanti, magari solo per non "mancare di rispetto" ai turisti o a stranieri magari diventati concittadini acquisiti (e nemmeno questi lo pretenderebbero). E allora parliamoci chiaro: qui si vuole lentamente emarginare la Chiesa ma soprattutto eliminare le radici Cristiane, le nostre Sacre, Millenarie, profonde Radici Cristiane, altrochè rispetto e amore verso il "diverso" ed i più deboli. E' la solita storia: dietro ad una menzogna mascherata di altruismo e rivendicazione dei diritti umani si nasconde un progetto infame e malvagio. Classico per certi individui che non solo non hanno neanche il coraggio di prendersi le proprie responsabiltà apertamente e di rendere chiare le proprie intenzioni, ma che hanno anche la presunzione di voler passare per "buoni" (la storia è piena zeppa di tali esempi). Ma, purtroppo per loro, questi ipocriti illusi signori non hanno fatto i conti con la Verità, quella stessa Verità che nostro Signore Gesù Cristo ci raccomanda per essere veramente Liberi e Vincitori, e che è l'unica unica vera Signora della Storia (anche se a volte sembra essere un po'.......... ritardataria). Una Verità secondo la quale le Radici profonde non gelano, soprattutto se nei secoli hanno generato fonti di acqua viva a cui hanno attinto milioni di Fedeli, dando loro la forza di vincere il Male, tra innumerevoli tipi di difficoltà, cataclismi e guerre. E tanto meno si estirpano.

PAOLO DEL PRETE

domenica 5 aprile 2009

FATTI PER PENSARE
Tornare al voto di obbedienza al Papa?

Non avevo mai capito il voto di obbedienza al Papa. Per i Gesuiti è un quarto voto, oltre a povertà, castità e obbedienza (a Dio e ai loro superiori). Altri, come la Società San Paolo, hanno un impegno di fedeltà al Pontefice e al suo Magistero nel loro apostolato. Questo voto mi sembrava una cosa scontata, dovuta. Oggi, però, guardando alla Chiesa nel suo insieme, sembra non essere più così. Di obbedienza al Papa ha parlato il card. Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, nella sua recente prolusione al Consiglio permanente della Cei. Le sue parole non lasciano dubbi: “Molto meglio identificarsi in quella che è la migliore tradizione del nostro cattolicesimo: stare con il Papa, sempre e incondizionatamente. [...] E pregare intensamente per lui e con lui, ossia con le sue stesse intenzioni”.I fatti li conosciamo bene. Due settimane fa il Papa aveva diffuso una lettera per fare chiarezza sulla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani. Era, tra l’altro, un accorato appello all’unità della Chiesa. Poi è venuto il viaggio in Africa e la fatale domanda posta ad arte da un giornalista di France2 sull’aereo papale: cosa fare per combattere l’Aids in Africa? che, tradotto, suona così: la Chiesa darà finalmente il suo assenso a una campagna per la distribuzione massiccia di preservativi? Benedetto XVI è stato chiaro: i preservativi non risolveranno mai il problema. La vera battaglia, e la Chiesa lo fa da tempo, è sull’educazione. Sono le persone a dover capire che è in gioco la loro vita; solo da persone “nuove” vengono scelte diverse. Occorre spiegare, far crescere, formare le coscienze. Il tranello però era riuscito: fatta la domanda, il Papa ha risposto e la giungla dell’informazione si è scatenata. I temi toccati dal Papa nel suo viaggio (la giustizia sociale ed economica, le scelte della classe politica, il perdono per superare le lotte tra etnie diverse - solo per citarne alcuni) sono passati in secondo piano. Che cosa pensare? Da un lato, non dobbiamo lasciarci travolgere dal complesso di assedio per il quale “tutti sono contro la Chiesa, quindi, difendiamoci”. Anche il cristianesimo e con lui la difesa del Papa può a volte diventare un’ideologia. è un rischio che sempre corriamo. Per chi crede, ciò che veramente è in questione, anche nel difendere la ragionevolezza e il “candore”, cioè l’onestà (sono parole di Bagnasco) del Papa, è la mia vita. Come io mi pongo davanti a questi fatti? Che cosa è per me la Chiesa? Un’organizzazione che sotto sotto fa politica, oppure è una comunità a cui appartengo, una realtà viva nella quale vedo cambiare e crescere la mia vita ogni giorno attraverso l’incontro con Cristo? E se la Chiesa è per me una Madre grazie alla quale rinasco, le vorrò bene, avrò anche cura di difenderla e di smontare le accuse che senza ragionevolezza le vengono fatte. Non temiamo di perdere la nostra libertà perché seguiamo il Papa. La libertà è sempre un appartenere.

Davide Maloberti - Il Nuovo Giornale - settimanale della Diocesi di Piacenza n. 12 - 2009