Maria,
sempre "vittoriosa" contro il diavolo
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Tratto da
Gesù e Maria.it
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In Polonia la Madonna viene
chiamata “la Vittoriosa”.
Maria è potentissima presso
Gesù a nostro favore, specialmente può tutto nella lotta
contro satana e nello sconfiggere l’intero inferno. Oggi,
nel mondo ci sono 800 mila satanici. E in Italia
- scrive il giornale cattolico - ci sono più di 80 mila
adepti in sette sataniche con 9 milioni di vittime di reati
legati al satanismo (Avvenire, 9-V-2003). Purtroppo in
questi nostri tempi il diavolo ha ottenuto la più grande
vittoria. Qual è? Quello di essere riuscito a fare ignorare
e perfino negare la sua stessa esistenza da parte di non
pochi cristiani e perfino da parte di qualche teologo
ribelle a Cristo Dio e alla Madonna e alla Chiesa.
1. L’esistenza dei demoni è certissima.
La Sacra Scritturaracconta
la spaventosa origine di satana e dei diavoli: “Scoppiò una
guerra nel cielo; Michele e i suoi Angeli combattevano
contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi
angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in
cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che
chiamiamo il diavolo o satana e che seduce tutta la terra,
fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati
anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che
diceva: Ora è compiuta la salvezza, la forza e il regno del
nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato
precipitato l’accusatore dei nostri fratelli.
...Ma essi lo hanno vinto per
mezzo del sangue dell’Agnello.
...Esultate, dunque, o cieli e
voi che abitate in essi. Ma guai a voi terra e mare, perché
il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande
furore” (Apocalisse 12, 7-12).
2. La Bibbia nel Nuovo
Testamento ha espressioni terribili su satana.
Lo chiama “principe di questo
mondo”(Gv. 12, 31; 14, 30; 16,11); “il dragone grande, il
serpente antico” (Apoc. 12, 9); il “maligno” (Mt. 6,13);
“colui che seducetutta la terra abitata” (Apoc. 12,9); “il
dio di questo mondo”che “ha accecato la mente” incredula (2
Cor. 4,4); “il leoneruggente in cerca di chi divorare” (1
Pietro 5, 8); “bugiardoe padre della menzogna” (Gv. 8,44);
“omicida fin da principio”(Gv. 8, 43). Inoltre dice che
coloro che non seguono Gesù enon ascoltano la sua parola è
perché “hanno per padre il diavolo” (Gv.S, 43).
3. Gesù parla
frequentemente del diavolo. Egli è venuto nel mondo “per
distruggere le opere del diavolo” (1 Gv. 3, 8). Gesù
nel deserto è tentato dal diavolo, e nonsolo per tre
volte (come molti pensano), ma per molte volte“con ogni
specie di tentazione” (Luca 4, 1-12).
Gesù ha scacciato molti
demoni da tanti indemoniati e da uno di costoro ne ha
scacciato una legione (Cf. Luca 8, 30).
4. Gli Apostoli,
parlano chiaramente del diavolo. Per esempio S.
Pietro ammonisce: “Fratelli, siate sobri e vigilate
perché il demonio come leone ruggente va in giro cercando
chi divorare. Resistetegli saldi nella fede” (1 Pietro
5,8-9). S. Giovanni: “Chi commette peccato viene dal
diavolo” (1 Gv. 3, 8).
5. I Santi
sono stati tormentati dai demoni e parlano di loro
con grande sicurezza e sincerità.
S. Francesco d’Assisi un
giorno confidò a un suo intimo compagno: “Se capissero i
frati quante e che gravi tribolazioni e afflizioni mi danno
i demoni, non ci sarebbe alcuno di loro che non si
muoverebbe a compassione e a pietà di me” (FF. 1798).
S. Caterina da Siena
viene dichiarata dal suo confessore “martirizzata dai
demoni” (Cf. vita di lei scritta dal B. Raimondo da Capua).
La B Maria di Gesù
Crocifisso, detta la Piccola Araba perchè di origine
palestinese, quando era molto avanti nella santità, ebbe
due periodi di vera e propria possessione diabolica,
documentata dagli Atti del processo (Cf Padre Estrata: vita
della beata).
S. Pio da Pietrelcina
certamente è uno dei Santi più tentati e tormentati dal
diavolo. Egli fin dai 5 anni si da completamente
a Gesù e a Maria, e subito (come lui scrive nei suoi
appunti) gli appare Gesù col cuore in risalto sul petto e
gli pone la mano sul capo per dimostrare di gradire tanto il
suo proposito di amarlo, di donarsi tutto a Lui di
consacrarsi al Suo amore. Ama molto anche la Madonna.
Da allora ogni giorno si ritira
in qualche angolo della chiesa o della casa o dei campi per
pregare, recitare Rosari e fare penitenza battendo il suo
corpo con una catena di ferro.
E subito il diavolo si scatena
contro di lui, e lo tormenta di giorno e di notte con
orribili tentazioni, con immagini provocanti di sconce
figure di ragazze in forme oscenissime e bestiali. La
moglie del dott. Sanguinetti, collaboratore del P. Pio,
scrive a un sacerdote: “Il diavolo ha gettato a terra P.
Pio e l’ha coperto di pugni e di lividure, gli ha spaccato
un sopracciglio; lui gronda sangue” (15 luglio 1954). Lo
stesso P. Pio ha scritto: “Se i frati sapessero quali
tormenti mi infligge il demonio, non ci sarebbe neppure uno
che non piangerebbe”. Il diavolo lo percuote spesso perché
lui ceda alle tentazioni. Scrive al suo direttore
spirituale: “Le tentazioni sono assassine e di giorno in
giorno vanno sempre più moltiplicandosi ... Tremo da capo a
piedi temendo di poter offendere Dio” (Cfr. Epist. I di P.
Pio).
Queste tentazioni impure furono
intense per 20 anni.
Poi diventarono meno furibonde,
e si accompagnarono a forti tentazioni contro le verità di
fede. Fu pure immerso in una grande oscurità spirituale,
detta “notte oscura”, che in tanti santi si prolungò per un
numero limitato di mesi o di anni, mentre in P. Pio si è
prolungata, con grande sua sofferenza, per tutta la vita.
P. Pio ripeteva: “Oggi i
diavoli si sono scatenati e sono tanto numerosi che se si
potessero vedere e fossero piccoli come la capocchia di uno
spillo, non riusciremmo a vedere il sole”.
Esempio
S. Brigida racconta di
un uomo che viveva ai suoi tempi il quale da ben 40 anni non
si accostava ai Sacramenti; però era devoto della
Madonna. Si ammalò gravemente. S. Brigida gli inviò un
Confessore; ma il moribondo lo respinse sdegnosamente. Così
per due volte. Glielo inviò una terza volta con l’incarico
di dirgli, da parte di Dio e della Vergine Santa, che egli
era invasato da ben 7 demoni i quali l’avrebbero ben
presto portato all’inferno. Spaventato si confessò,
ricevette gli ultimi Sacramenti e spirò nel bacio del
Signore. Dopo la sua morte, Dio fece conoscere a S.Brigida
(celebre per le rivelazioni che ebbe dal Signore) che
quell’infelice era scampato all’inferno unicamente per la
sua devozione alla Vergine, la quale è sempre vittoriosa
contro il diavolo.
Esortazione
Amiamo tanto Gesù sull’esempio
di P. Pio e di tutti i Santi, ricordando ciò
che dice S. Agostino: “II diavolo è come un cane
legato alla catena, morde chi gli si avvicina”.
Ma se ameremo tanto Gesù, se
avremo sempre Gesù nella mente e nel cuore, staremo
spiritualmente lontanissimi dal demonio.
Proposito
Quando avvertiamo una
tentazione, subito recitiamo devotamente l’Ave Maria. La
Madonna, la nemica del diavolo, lo mette in fuga. Lei è il
martello che lo schiaccia; è la santificazione della nostra
anima, è la gioia degli
angeli.
Grande devozione alla
Madonna. S. Francesco d’Assisi ripeteva: “Alla recita
dell’Ave Maria, tremano tutti i demoni!”. Che sarà se le Ave
Maria sono 50 come in una corona? o 150, come in tre corone?
Esclameremo con S. Giovanni
Bosco: “O Maria, Vergine potente, Tu grande e illustre
difesa della Chiesa; Tu aiuto, aiuto mirabile dei Cristiani;
Tu, terribile come un esercito schierato a battaglia; Tu,
che da sola hai distrutto tutti gli errori del mondo; Tu,
nelle angustie e nelle lotte, nelle necessità difendici dal
nemico e nell’ora della morte accoglici nei gaudi eterni.
Amen”.
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sabato 11 agosto 2012
domenica 24 giugno 2012
giovedì 14 giugno 2012

lunedì 4 luglio 2011
mercoledì 13 aprile 2011
Donna, ecco il tuo figlio! Ecco la tua Madre!(Giovanni 19,25-27). Maria, sotto la croce, è diventata per noi
Madre nell'ordine della grazia. (Lumen Gentium N° 61).
Inno a Maria |
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giovedì 3 marzo 2011
25-26-27 marzo (venerdì, sabato e domenica) |
Roma – Pontificio Ateneo Regina Apostolorum |
Convegno Internazionale |
Teologico-pastorale-giuridico |
- venerdì 25 – ore 20 Santa Messa nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, presieduta da S. Em. Rev.ma il Sig. Cardinale Ennio Antonelli Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia; |
- sabato 26 – dalle ore 8 alle 21 sessioni congressuali; |
- domenica 27 – ore 8.30 Santa Messa presieduta da S. Ecc. Rev.ma mons. Domenico Cancian Vescovo di Città di Castello e delegato incaricato dalla C.E.I. per la Divina Misericordia; Sessioni congressuali; |
– ore 12 Angelus in Piazza San Pietro |
martedì 8 febbraio 2011
venerdì 3 dicembre 2010
in Lui possiamo sempre rifugiarci.
Partendo dal Suo amore possiamo
sfidare i Suoi avversari, per poi, vincenti
cantare la potenza del Signore !
domenica 7 novembre 2010
I Cenacoli di Preghiera I Cenacoli nascono spontaneamente come Gruppi di preghiera "Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime" ispirati alla spiritualità di Natuzza (Fortunata) Evolo. Si costituiscono organicamente a Paravati il 15 settembre 1994, alla presenza dei responsabili dei gruppi già costituiti. Vengono denominati "Cenacoli Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime". Dall'esempio di Natuzza e da quanto Ella più volte ha comunicato, si può così delineare quella che è l'ídentità del Cenacolo: 1. "In questi anni ho appreso che le cose più importanti e gradite al Signore, sono l'umiltà e la carità, l'amore per gli altri e la loro accoglienza, la pazienza, l'accettazione e l'offerta gioiosa al Signore di quello che quotidianamente ci chiede per amore suo e delle anime, l'ubbidienza alla Chiesa. I nostri siano i Cenacoli di Gesù e di Maria, dove insieme allo Spirito Santo regni la carità e l'umiltà di Gesù, l'amore materno e premuroso della Madonna, fino a divenire un rifugio per le anime nostre e dei nostri fratelli. 2. Ho imparato anche che é necessario pregare, con semplicità, umiltà e carità, presentando a Dio le necessità di tutti, vivi e morti. Siano, come vuole la Madonna, Cenacoli di vera preghiera, perché la preghiera fa bene all'anima e al corpo, ci purifica e piano piano ci convertiamo al Signore. Per questo è necessario invocare lo Spirito Santo, ascoltare e meditare la Parola di Dio, dove è possibile adorare e e della Santa Eucaristia, pregare la Madonna Santo Rosario, ubbidire alla Chiesa, edificarci a da con la carità, l'umiltà e il buon esempio. 3. Diamoci con amore, con gioia, con carità e affetto per amore degli altri. Evitiamo l'ipocrisia e le divisioni; invece tendiamo all'unità, al disopra di viviamo la comunione più sincera, altrimenti facciamo soffrire Gesù. 4. Operiamo con opere di misericordia. Quando persona fa un bene ad un'altra persona non può rimproverarsi il bene che ha fatto, ma deve dire: Signore ti ringrazio che mi hai dato la possibilità di fare e deve ringraziare anche la persona che le ha messo di fare il bene. E' un bene per l'una e per l'altra. Sempre si deve ringraziare Dio quando si incontra l'occasione di poter fare del bene. 5. In ogni casa ci vorrebbe un piccolo cenacolo, di un'Ave Maria al giorno. Ci vorrebbe un cenacolo per ogni famiglia. I Cenacoli vogliono vivere e operare all'interno Chiesa, come lievito, luce e sale, con lo spirito di quella prima comunità cristiana, che si trovava unita intorno all'insegnamento degli Apostoli, nella frazione pane, nella preghiera e nella comunione fraterna". La preghiera nei cenacoli Inizia con il segno della Croce. Invoca lo Spirito Santo Ascolta la Parola del Signore e la riflessione dei giorno. Medita in silenzio Prega sulla Parola Offri una rosa alla Madonna: un Ave Maria e l'invocazione: Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, prega per noi e per il mondo, intero. Atto di affidamento 0 Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre mia dolcissima, sono qui ai tuoi piedi mentre sorge un nuovo giorno, un altro dono dei Signore. - A te che mi vieni incontro affido tutto ciò che ho e sono. lo sarò tuo nella volontà, nel pensiero e nel cuore. Purifica, o Mamma, il mio cuore. Benedici e santifica ogni intenzione, previeni e accompagna anche le mie piccole azioni con la tua ispirazione materna. Rendimi santo, o Mamma buona. Santo come Gesù mi vuole e come il tuo Cuore mi chiede e ardentemente desidera. Io ti appartengo, sono tutto tuo e da Te aspetto ogni consolazione. Nel tuo cuore metto tutto il mondo. Salvalo! Amen. |
Vede Gesù, la Madonna, San Francesco di Paola, Padre Pio e altri santi. Vede i defunti e conversa con loro, ha sudorazioni ematiche più evidenti durante la Quaresima con l'aggiunta delle stimmate che si trasformano, a contatto con bende o fazzoletti, in emografie : testi di preghiera in varie lingue, calici, ostie, Madonne, cuori, corone di spine.
... diavolo, che pone in fuga.
4. E’ il martello che lo schiaccia.
5. E’ la santificazione delle anime.
6. E’ l’allegrezza degli Angeli.
7. E’ la melodia dei predestinati.
8. E’ il cantico del Nuovo Testamento.
9. E’ il diletto di Maria.
10. E’ la gioia della Santissima Trinità.
11. E’ un bacio casto ed affettuoso a Maria.
12. E’ una rosa vermiglia che Le si presenta.
13. E’ una perla preziosa che Le si offre.
14. E’ una coppa di miele che Le si porge.
martedì 21 settembre 2010

L’Amore di Dio, quando è accolto, inonda, penetra nel più intimo dell’animo umano.
Non si può restarne digiuni anche per un solo attimo dopo averlo assaporato.
Questo Amore esige Amore perché il cuore dell’uomo tutto preso, tutto avvolto e immerso in esso non vuole uscirne più, vuole rimanervi, e l’unico modo per rimanervi è quello di amare altrettanto quanto Dio ama, e sapendo che non si può eguagliarlo e nell’intensità e nella quantità, l’unico modo di amare nella sua stessa misura e nel suo stesso grado è quello di chiedergliene ancora e di più al punto tale da essere trasformato, conformato ad esso, in modo da essere uno con Lui, da essere uno con l’infinito Amore di Dio.
Da ciò si può capire il gran mistero, il fascino di Maria, perché tutto quello che è stato detto finora è avvenuto in Lei in maniera perfetta e completa, in Lei si realizza il capolavoro di Dio.
Come si può perciò non amare Maria, oggetto dell’amore di Dio?
Chi ama Dio, non può non amare quel che Lui ama infinitamente.
Conformarsi all’amore di Dio significa amare Maria, e amare Maria significa amare Dio che ha posto la sua dimora in Lei.
A Maria Dio ha affidato questa missione eterna: far conoscere il suo stesso Amore agli uomini che Lui ama.
Ogni uomo che vuole vivere come Maria non può non conoscere e sperimentare nella propria vita questa sublime presenza divina.
Ma c’è di più; si può penetrare ancora di più nel mistero di Maria entrando maggiormente nel mistero di quell’Amore divino che si perpetua, si rinnova continuamente tra Maria e il suo Signore.
Come è possibile questo?
La Sacra Scrittura ci dice che "Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore" (Lc 2,19).
Abbiamo, quindi, un punto di riferimento nel Cuore di Maria.
Ma cos’è questo Cuore? Come difendere questa dimensione intima di Maria, che taluni riducono a puro e svenevole sentimentalismo e ad un’ulteriore e inutile interposizione fra l’uomo e Dio?
In verità, la stessa Sacra Scrittura ci dice che Dio sa quel che c’è nel cuore di ogni uomo (cfr. 1Gv 3,20). Ed è la stessa Sacra Scrittura a dirci quel che Maria serbava nel suo Cuore: serbava la realizzazione di tutti quei misteri divini che la circondavano e la coinvolgevano, ma in più li meditava, li elaborava, ne faceva un motivo di ulteriore riflessione su Dio, sul suo Amore e su se stessa, sul proprio ruolo di Madre all’interno della storia della salvezza che si realizzava con l’incarnazione, la passione, la morte e la resurrezione del suo Figlio Gesù.
Inoltre, la Chiesa riconosce nel Magnificat di Maria una missione che continua ancora nella gloria dei beati, per l’eternità Ella ripete: "L’anima mia magnifica il Signore…" (Lc 1,46 e ss.).
Chi può più perfettamente cantare la grandezza di Dio se non colei che è stata ricolmata da tale grandezza ed è il ricettacolo prediletto dell’Amore divino?
L’amore cerca l’amore, l’amore vuole specchiarsi in se stesso, e questo è ciò che avviene tra Dio e la creatura che si apre a Lui. In Maria abbiamo l’esempio massimo di questo rapporto tra Dio e la creatura.
Quali obiezioni si possono, dunque, muovere dinanzi a questa realtà oggettiva?
E’ ancora la Sacra Scrittura a parlarci del cuore, e con esso spesso indica la cattiva o la buona disposizione dell’uomo, la sua volontà, le sue inclinazioni, le mozioni del suo spirito.
Ora, consapevoli di questo, non ci resta altro che entrare nel Cuore di Maria.
Ma come si fa ad entrare nel Cuore di Maria?
E’ la stessa S. Vergine a darci la risposta; nel messaggio del 1-1-1987 ci dice così: "Desidero che entriate nel mio Cuore con tanta umiltà e tanto amore, desidero che recitiate ogni giorno il Rosario, desidero che vi comunichiate, che vi confessiate in modo da essere sempre più degni dell’amore di Cristo".
Innanzi tutto, ci vengono richieste due fondamentali disposizioni dell’anima: l’umiltà e tutto l’amore che sappiamo esprimere.
Ci viene richiesta l’umiltà perché Maria non solo è l’umile ancella del Signore alla quale tutti noi cerchiamo di assomigliare e conformarci, ma anche perché il suo Cuore Immacolato è il santuario in cui Dio ha preso stabile dimora. Maria, infatti, è chiamata Casa di Dio, Santuario di Dio.
Ci viene richiesto tutto l’amore di cui siamo capaci perché il motivo principale per cui si entra nel Cuore di Maria è quello di trasformare e uniformare il nostro amore a quello di Dio.
L’espressione "…in modo da essere sempre più degni dell’amore di Cristo", non significa altro che cercare tutti quei mezzi per continuare a rimanere nel suo Amore - tornano a proposito le parole di Gesù: "Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore." (Gv 15,9-10) – in modo tale che il nostro amore diventi sempre più simile al suo, degno di essere paragonato al suo, così da poter dire con S. Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me." (Gal 2,20).
Ma questa unione ha bisogno di una continua comunione. Infatti, come si può sostenere che due persone sono unite se non vi è una certa assiduità tra di loro? E come vi può essere assiduità se non vi è dialogo, condivisione?
Per questo la S. Vergine ci indica tutti quei mezzi che rinnovano e continuano il dialogo con Dio, ci esorta a pregare ogni giorno con il S. Rosario, ci invita ad incontrare Gesù nell’Eucaristia, ci spinge a rinsaldare questa unione nel sacramento della Riconciliazione.
Con il S. Rosario teniamo presente quel mistero divino che ha la sua eccellenza nella vera presenza divina che è l’Eucaristia. Il S. Rosario, perciò, si può dire che abbia due funzioni: una è quello di prepararci e introdurci all’incontro con Gesù Eucaristia, l’altra è quello di rendere quanto più fruttuoso questo incontro e di tenere viva nella nostra coscienza questa comunione con il Signore.
L’Eucaristia è, come si è detto, l’incontro, la comunione per eccellenza. Non è il caso qui di parlare dell’assoluto valore della comunione eucaristica che necessita di una trattazione particolare, ma diamo qualche piccolo suggerimento per chi vuole entrare nell’ottica dell’offerta di sé per diventare un tutt’uno con l’Amore.
Innanzi tutto, è necessario un atteggiamento di ascolto; osserviamo il silenzio nel nostro intimo, accogliamo il Signore che viene nei nostri cuori solo con queste parole: "Parla Signore, il tuo servo ti ascolta." (1Sam 3,10).
Un’altra disposizione d’animo è quello della massima fiducia, dell’assoluto abbandono, come si diceva prima, infatti, "Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa." (1Gv 3,20), perciò è superfluo affannarci per presentargli le nostre pene, le nostre preoccupazioni, Egli sa già tutto e sa che abbiamo bisogno del suo aiuto, chiede solo di fidarci di Lui essendo consapevoli che ci soccorrerà.
Infine, è necessario farsi attrarre dal suo Amore, e non c’è nulla di più attraente se non quello di farsi dono. Gesù Amore si dona a noi e noi ci doniamo all’Amore, uniti in questa offerta, e avendo la pienezza dello Spirito Santo, sale al Padre un sacrificio perenne a Lui gradito per la salvezza del mondo (cfr. Messale Romano).
In questa offerta sublime vi è naturalmente la presenza di Maria: come ai piedi della Croce, Maria si univa all’offerta del Figlio a Dio Padre, così nella comunione eucaristica Maria si unisce a ciascuno di noi.
Alla luce di queste riflessioni, non è difficile comprendere l’atto di offerta durante la S. Comunione per la salvezza dei nostri fratelli insegnataci dalla S. Vergine.
O Gesù, è dolce averti nel mio cuore, desidero ardentemente il tuo Amore.
Il tuo Sacro Cuore misericordioso supplico, adoro, prego ed amo chiedendo per le sue Sante virtù, lo scioglimento di quei cuori ormai impietriti, la purificazione e l’infervoramento per accostarli così al Ss. Sacramento di cui tu, o Gesù mio, ci fai parte. (1-8-1987).
Un altro mezzo per essere in comunione è l’accoglienza e l’offerta a Gesù della malattia, dei sacrifici, delle umiliazioni e di tutto quello che comporta una sofferenza nella nostra vita, applicando le stesse intenzioni che sono state evidenziate prima, cioè la conversione dei nostri fratelli.
Anche in questo caso vale lo stesso principio che è stato detto sopra a proposito della comunione eucaristica. Con la propria sofferenza ognuno partecipa alla sofferenza redentiva del Cristo (cfr. Giovanni Paolo II, Salvifici doloris), ma nella sofferenza vi è anche la presenza costante di Maria che rinnova il suo stare presso la croce dei suoi figli così come ha fatto con il Figlio Gesù.
Il suo stare presso la Croce, poi, non è un semplice assistere, ma un partecipare nella comunione d’amore che si fa dono sublime ed estremo in unione al sacrificio del Figlio per la salvezza dell’uomo.
Allo stesso modo Ella partecipa alla nostra sofferenza in virtù della sua missione eterna di Madre. D’altronde, non potrebbe esser altrimenti dal momento che Gesù ce l’ha affidata per Madre proprio dalla Croce (cfr. Gv 19,26-27).
Per le sue mani, noi possiamo offrire noi stessi a Dio per la salvezza di tutti gli uomini sparsi nel mondo, offerta che si realizza in unione al sacrificio perfetto che Gesù fece una volta per tutte donando se stesso sulla Croce per la salvezza dell’umanità.
Il sacramento della Riconciliazione serve a ricongiungere quel filo che ci mantiene in comunione con Dio e che talvolta noi spezziamo tirandolo con troppa veemenza. Ci riconcilia, in Cristo, con il Padre, con i nostri fratelli, con noi stessi, in modo tale da restare pienamente nella comunione d’Amore che da Dio si comunica a noi, e da noi ai nostri fratelli.
Anche in questo sacramento si può sperimentare la presenza di Maria. Ella che è Signora del perdono e Madre di misericordia ci spinge con amorevole incoraggiamento verso l’abbraccio del Padre.
Abbiamo, dunque, parlato dell’entrare in comunione con Maria e, in Lei, con Dio. Tutto questo è l’essenza della consacrazione di noi stessi al Cuore Immacolato della Madre del Cielo, e fa sì che diventiamo autentici testimoni della grandezza di Dio e cooperatori di quel regno di giustizia, di carità e di Pace che il Signore tramite sua Madre vuole edificare.
Sappiamo che la consacrazione per eccellenza è quella battesimale, ma il farsi dono consapevolmente per entrare in più stretta comunione con Dio nel Cuore Immacolato di Maria, lascia libero spazio all’opera incominciata in noi con il Battesimo dallo Spirito Santo Amore fino al perfetto compimento con l’eterna visione di Dio.
Luigi Maria
Tratto da: http://www.rocciadibelpasso.it/luigimaria1.htm