D) Finalità pratiche.
- La "Congregazione Templari di San Bernardo" si impegna a:
1. riproporre ufficialmente nella Chiesa, suo alveo originario, la realtà templare, il cui mito è stato da tanti abusato fino a vantare irreali discendenze (Nota A);
2. volgersi alla Spiritualità ed Operatività templare per ascendere:
- al "fiore" della fiducia 10 che ne caratterizza le origini,
- al "frutto" della perseveranza 11 nell’adempimento dei propri doveri,
- alla "croce" 12 della consapevole coerenza.
3. lavorare al perfezionamento Morale e Spirituale dei suoi Membri nello spirito della tradizione Cattolica;
4. favorire una convergenza con quei nuclei di spiritualità e operatività che la provvidenza ci farà incontrare, perché col dono delle diversità, si arricchisca l’unità di intenti;
5. fare opere di Carità, Beneficenza e Misericordia;
6. riscoprire la "sapienza dimenticata" (tradizione) del cristianesimo medioevale, nella sacralità delle proporzioni numeriche, nel simbolismo mistico, nella pietra che canta, nella grande lezione del sole che scandisce il "tempo" nel Tempio.;
7. impegnarsi ad arginare il dilagare del relativismo, dell’eresia, dell’esoterismo e della magia e/o divinazione in ogni sua forma;
8. aiutare il recupero di chiese abbandonate o chiuse, riaprendole al culto o almeno alla visita;
9. collaborare con tutte le organizzazioni che intendono lavorare per rendere Gerusalemme e i Loca Sancta città aperta.
- In ordine a queste finalità i singoli membri della Congregazione Templari di San Bernardo si impegnano a:
a) vivere e far vivere nella famiglia, nella scuola, nella società i principi e i precetti della fede e della morale cattolica;
b) favorire seminari e ricerche storiche, incontri spirituali, culturali, artistici, specialmente tra i giovani, anche di altre confessioni o religioni;
c) soccorrere in ogni circostanza i confratelli bisognosi, malati, anziani, emarginati o abbandonati, affiancando le iniziative benefiche e assistenziali, specialmente se promosse dalla Congregazione.
E) Strumenti operativi.
- La Congregazione verrà guidata da persone, scelte fra coloro che, applicandosi "con pura attenzione e ferma perseveranza" 13, "amanti della Verità e della Giustizia" 14, "con umiltà" 15, "con saggezza" 16 e "con rigore" 17 testimonino nelle loro opere lo spirito dei Fondatori secondo le indicazioni dello Statuto della “Congregazione Templari di San Bernardo” di cui questo documento è parte integrante.
Tale struttura, dinamica e flessibile, avrà il compito specifico di:
stabilire contatti e formulare richieste agli Enti ecclesiastici preposti, per l’approvazione dello Statuto ed il riconoscimento dell’Essere e dell’Esistere del Movimento;
promuovere i rapporti con altre realtà;
coordinare con saggio potere l’obbediente esecuzione di ogni indicazione autorevole scaturita dall’umile confronto negli "incontri generali", nelle agapi fraterne, nei sobri convivi allargati ad amici, collaboratori e sostenitori e dalle sollecitazioni scritte;
garantire l’organizzazione e l’autodisciplina;
stabilire per ogni singola situazione la rappresentanza e la responsabilità del Movimento.
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NOTE
1 [Gv 17,11]
Et iam non sum in mundo et hii in mundo sunt et ego ad te venio. Pater sancte, serva eos in nomine tuo, quos dedisti mihi: ut sint unum, sicut et nos.
Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
2 [1Gv 4,1-3]
Carissimi, nolite omni spiritui credere, sed probate spiritus si ex Deo sint: quoniam multi pseudoprophetae exierunt in mundum. In hoc cognoscitur Spiritus Dei: omnis spiritus qui confitetur Iesum Christum in carne venisse, ex Deo est: et omnis spiritus qui solvit Iesum, ex Deo non est, et hoc est antichristi, quod audistis quoniam venit, et nunc iam in mundo est...
Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla provale ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è gia nel mondo. [1Gv 4,1-3]. Cfr. l’art. 58 della primitiva Regola dei Milites Christi.
3 [Giovanni Paolo II, Varcare la soglia della speranza; cfr. pag. 37 e seguenti. Mondadori, Milano 1994.]
4 [Mt 22,21]
Reddite ergo quae sunt Caesaris, Caesari: et quae sunt Dei, Deo.
Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
5 [Gv 14,6]
Dicit ei Iesus: Ego sum via, et veritas, et vita. Nemo venit ad Patrem, nisi per me.
Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.
6 [Ef 6,10-19]
De cetero fratres confortamini in Domino, et in potentia virtutis eius. Induite vos arma Dei, ut possitis stare adversus insidias diaboli: quia non est nobis conluctatio adversus carnem et sanguinem: sed adversus principes, et potestates, adversus mundi rectores tenebrarum harum, contra spiritalia nequitiae, in caelestibus. Propterea accipite armaturam Dei, ut possitis resistere in die malo, et omnibus perfectis stare. State ergo succincti lumbos vestros in veritate, et induti loricam iustitiae, et calciati pedes in praeparatione evangelii pacis: in omnibus sumentes scutum fidei, in quo possitis omnia tela nequissimi ignea extinguere: et galeam salutis adsumite: et gladium Spiritus, quod est verbum Dei, per omnem orationem et obsecrationem orantes omni tempore in Spiritu: et in ipso vigilantes in omni instantia, et obsecratione pro omnibus sanctis: et pro me, ut detur mihi sermo in apertione oris mei cum fiducia, notum facere mysterium evangelii.
Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace . Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito , cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo,
7 [Mt 24,42]
Vigilate ergo, quia nescitis qua hora Dominus vester venturus sit.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
8 [Mt 25,14-30]
Sicut enim homo proficiscens, vocavit servos suos, et tradidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talenta, alii autem duo, alii vero unum, unicuique secundum propriam virtutem, et profectus est statim. Abiit autem qui quinque talenta acceperat, et operatus est in eis, et lucratus est alia quinque. Similiter qui duo acceperat, lucratus est alia duo. Qui autem unum acceperat, abiens fodit in terra, et abscondit pecuniam domini sui. Post multum vero temporis venit dominus servorum illorum, et posuit rationem cum eis. Et accedens qui quinque talenta acceperat, obtulit alia quinque talenta, dicens: domine, quinque talenta mihi tradidisti, ecce alia quinque superlucratus sum. Ait illi dominus eius: Euge bone serve, et fidelis, quia super pauca fuisti fidelis, super multa te constituam, intra in gaudium domini tui. Accessit autem et qui duo talenta acceperat, et ait: Domine, duo talenta tradidisti mihi, ecce alia duo lucratus sum. Ait illi dominus eius: Euge serve bone, et fidelis, quia super pauca fuisti fidelis, supra multa te constituam, intra in gaudium domini tui. Accedens autem et qui unum talentum acceperat; ait: Domine, scio quia homo durus es, metis ubi non seminasti, et congregas ubi non sparsisti: et timens abii, et abscondi talentum tuum in terra: ecce habes quod tuum est. Respondens autem dominus eius, dixit ei: Serve male, et piger, sciebas quia meto ubi non semino, et congrego ubi non sparsi: oportuit ergo te mittere pecuniam meam nummulariis, et veniens ego recepissem utique quod meum est cum usura. Tollite itaque ab eo talentum, et date ei qui habet decem talenta: omni enim habenti dabitur, et abundabit: ei autem qui non habet, et quod videtur habere, auferetur ab eo. Et inutilem servum eicite in tenebras exteriores: illic erit fletus, et stridor dentium.
Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
9 [1Cor 12, 4-7]
Divisiones vero gratiarum sunt, idem autem Spiritus: et divisiones ministrationum sunt, idem autem Dominus: et divisiones operationum sunt, idem vero Deus qui operatur omnia in omnibus. Unicuique autem datur manifestatio Spiritus ad utilitatem.
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune.
Nota A
Il Concilio Vaticano II “Sacrosantum Concilio” del 4 dicembre 1963 “Il Somo Concilium si propone di far crescere ogni giorno di più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire alla unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa”. Nella costituzione dogmatica “Lumen Gentium” sulla Chiesa del 21 novembre 1964, capitolo II n. 14 viene affermato che tutti gli uomini sono chiamati alla cattolica unità del popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale, e che a tale unità appartengono e sono chiamati sia i fedeli Cattolici, sia gli altri credenti in Cristo e sia in fine gli uomini senza eccezione, che la grazia di Dio chiama alla salvezza. Nel successivo capitolo IV n. 33 si raccomanda: “Grava quindi su tutti laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno divino di salvezza raggiunga ogni giorno di più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anche essi partecipino all’opera salvifica della Chiesa”. I laici quindi, occupati in cure temporali devono esercitare una preziosa azione per l’evangelizzazione del mondo, ed a tale azione non vengono certo meno coloro che si rifanno alla spiritualità Templare. A questo proposito è eloquente l’inciso a proposito della riforma della Chiesa (Decreto Unitatis Redintegratio) sull’ecumenismo del 21 novembre 1964, capitolo II n. 6: “Siccome ogni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialmente in una fedeltà più grande alla sua vocazione, esso è senza dubbio la ragione del movimento presso l’unità… Se dunque alcune cose, sia nei costumi che nella disciplina ecclesiastica ed anche nel modo di enunciare la dottrina – che bisogna distinguere con cura dal deposito vero e proprio della fede – sono state osservate meno accuratamente, a seguito delle circostanze, siano opportunamente rimesse nel giusto debito ordine”. Ciò è avvenuto per l’Ordine di Notre Dame, che è stato ristabilito, dopo un periodo di sospensione, dal Consiglio Pontificale per i laici.
10 [Prov 3,5]
Habe fiduciam in Domino ex toto corde tuo, et ne innitaris prudentiae tuae.
Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza
11 [Mt 10,22]
et eritis odio omnibus propter nomen meum: qui autem perseveraverit in finem, hic salvus erit.
e sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato.
12 [Mt 10,38]
Et qui non accipit crucem suam, et sequitur me, non est me dignus.
Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
13 [dal Prologo della primitiva Regola dei Milites Christi]
Innanzi tutto chiunque tu sia, cavaliere di Cristo che scegli un modo di vita così santo, occorre che applichi nella tua professione una pura attenzione ed una ferma perseveranza; essa è riconosciuta da Dio tanto degna, santa e sublime che se viene osservata con perseveranza, darà in merito la fortuna di essere parte dei cavalieri che dettero per Cristo le loro anime...
14 [art 49 Regola cit.]
… ascoltare, per mezzo di giudici fedeli ed amanti della verità, chiunque si rivolgerà a voi per una qualche questione … e vi comandiamo di eseguire inflessibilmente ciò che vi sembrerà giusto.
15 [art 47 regola cit.]
Conviene andare, quando si è (uomini) di religione, con semplicità e senza risate, con umiltà e non parlando troppo, ma dicendo cose ragionevoli…
16 [art. 59 regola cit.]
Comandiamo di non convocare sempre tutti i fratelli al consiglio, solo quelli che il Maestro abbia ritenuto adatti per saggezza.
17 [art 68 regola cit.]
D'altra parte il Maestro, che deve tenere in mano il bastone e la verga - con il bastone sostiene la debolezza degli altri e con la verga colpisce i vizi dei peccatori mediante retto zelo -, cerchi d fare ciò con il consiglio e con il parere spirituale del patriarca, affinché… una troppo libera indulgenza o una eccessiva severità non mantengano nell'errore il peccatore.
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Preghiamo…
O Gesù, che hai detto:
“Dove duo o più sono radunati nel mio nome,
ivi sono in mezzo a loro”,
sii fra noi, che ci sforziamo di essere uniti
nel tuo Amore in questa Congregazione.
Fa’ che ognuno di noi si impegni:
alla ricerca della libertà in nome della fede,
a vivere nella speranza di attuare la coincidenza di preghiera e azione,
a camminare nella carità offrendosi a Dio in sacrificio di soave ardore.
Aiutaci ad essere sempre un cuor solo, per ascendere:
al fiore della fiducia,
al frutto della perseveranza,
alla croce della consapevole coerenza.
Donaci il coraggio e l’umiltà:
di perdonare sempre,
di avvicinare chi si vorrebbe allontanare da noi,
di valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide.
Dacci la vista per scorgere il tuo volto
In ogni persona che avviciniamo e
In ogni cuore che incontriamo.
Donaci un cuore fedele e aperto.
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Vive Dieu Saint Amour