Il Presidente della CEI sostiene la moratoria sull’aborto
e loda il Movimento per la Vita
Di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 21 gennaio 2008
Nel corso della prolusione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), svolta a Roma questo lunedì, il Cardinale Angelo Bagnasco ha appoggiato la moratoria sull’aborto spiegando che la vita è un dono e nessuno può soffocarla.
Il Presidente della CEI ha sostenuto che dopo la moratoria contro la pena di morte era “inevitabile che (…) si ponesse l’attenzione ad un’altra gravissima situazione di sofferenza del nostro tempo qual è, con l’aborto, l’uccisione di esseri innocenti e assolutamente indifesi”.
Il porporato ha ricordato che, come già avvertito nella Costituzione conciliare “Gaudium et spes”, il delitto di aborto è “abominevole di per sé, ed è un’ingiustizia totale”.
Per questo motivo, ha continuato il porporato: “Come non valutare benefica la discussione che, nel nostro Paese, si è aperta nel corso delle ultime settimane, e come non essere grati a chi per primo, da parte laica, ha dato evidenza pubblica alla contraddizione tra la moratoria che c’è e quella che fatichiamo tanto a riconoscere?”.
Il Presidente della CEI ha quindi ringraziato il Movimento per la Vita per non essersi mai rassegnato ad accettare l’aborto e per aver “cercato di promuovere un’iniziativa amica delle donne che le aiuti nella decisione, talora faticosa, di accettazione dell’esistenza diversa da sé che ormai è accesa in grembo”.
L’Arcivescovo di Genova ha anche ricordato che la CEI con la Giornata per la Vita, che si svolge da trenta anni, esattamente dal giorno in cui è stata approvata la legge 194 che regola l’interruzione di gravidanza, ha contribuito a “quell’allerta culturale per la quale la vita umana non può mai, in alcun caso, in alcuna situazione, per alcun motivo, essere disprezzata o negletta”.
Il Cardinale Bagnasco ha precisato che da parte della Chiesa non esiste alcuna “intenzionalità bellica” ed ha detto che “la vita è dono, e che non è nella disponibilità di alcuno manometterla o soffocarla”.
“Quella della vita è una grande causa – ha sottolineato il porporato –, la causa che ci definisce e ci qualifica, alla quale noi Vescovi vorremmo che, prima o poi, si associassero davvero tutti”.
Parlando come cittadino italiano, l’Arcivescovo di Genova ha quindi chiesto “l’aggiornamento di qualche punto della legge”, pur ribadendo che come Vescovi “non ci può mai essere alcuna legge giusta che “regoli” l’aborto”.
A questo proposito il Cardinale Bagnasco ha suggerito che i fondi previsti dalla legge 194, all’art. 3, magari accresciuti da apporti delle Regioni, “siano dati in dotazione trasparente ai consultori e ai centri – comunque si chiamino – di aiuto alla vita”.
A questo proposito il Presidente della CEI ha sottolineato l’insegnamento dell’esperienza, secondo cui “già pochi mezzi forniti per un primo intervento sono talora sufficienti per dare ascolto alle donne, aiutarle a riconoscere la propria forza, a non sentirsi così sole in una comunità che non può continuare a considerare la maternità un lusso privato e l’aborto una forma di risposta sociale”.
Sul fronte sociale, l’Arcivescovo di Genova ha lamentato l’aggravamento delle condizioni economiche di molte famiglie, rilevando lo stato di bisogno nel quale sono caduti molti nuclei familiari.
Secondo i dati raccolti nell’ultimo rapporto della Caritas italiana e della Fondazione Zancan sulla povertà e l’esclusione sociale in Italia “avere tre figli da crescere comporta un rischio di povertà pari al 27,8%, valore che nel Sud sale al 42,7%”.
Lo stesso rapporto evidenzia che “il passaggio da tre a quattro componenti, espone 4 famiglie su 10 alla possibilità di essere povere, mentre 5 o più componenti aumentano il rischio di povertà del 135%”.
“Di fatto – sottolineava la stessa Caritas – l’Italia incoraggia le famiglie a non fare figli”.
Rispetto a questa situazione, il Presidente della CEI ha criticato l’azione di governo perchè “attraverso la legge finanziaria ha dato risposte assai parziali come il bonus – pure importante − per gli incapienti”.
“A fronte di misure positive volte alla generalità dei contribuenti, quali gli sconti per i proprietari di abitazione e per gli affittuari a basso reddito – ha aggiunto il porporato –, è urgente una strategia incisiva d’intervento strutturale volta al sostegno della famiglia nei suoi compiti di allevamento e cura dei figli”.Circa la cura della maternità e il sostegno alla famiglia, il Cardinale Bagnasco ha concluso sostenendo che “è sempre possibile lavorare insieme perché forme concrete di solidarietà trovino spazio, e anche nel campo della maternità non prevalga definitivamente la solitudine, l’estraneità sociale, il disinteresse”.
ZENIT.org