PAOLO DI TARSO
PAOLO DI TARSO 01
(Nell’Anno Giubilare della nascita 8 D.C. – 2008)
Vi rendo noto, fratelli,il vangelo che vi ho annunziatoe che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi.Vi ho trasmesso dunque, anzitutto,quello che anch’io ho ricevuto:che cioè Cristo morì per i nostri peccatisecondo le Scritture, fu sepoltoed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.Ultimo fra tutti, apparve anche a mecome a un aborto. (1 Cor 15,1-8)
INTRODUZIONE GENERALE
1.1 – LA VITA.
Nato a Tarso, in Cilicia, sulle coste meridionali dell’attuale Turchia (At 9,11) da una famiglia di ebrei emigrata dalla Palestina, benestante e radicata nell’osservanza della Legge e nello stesso tempo cittadino romano (At 16,37s). Una buona formazione culturale sia ebraica che greca: parla e scrive correttamente il greco corrente che gli permetterà di comunicare la fede cristiana nel mondo greco-romano.
1.2 – Recatosi giovanissimo a Gerusalemme, si mette alla scuola di Gamaliele, ricevendo una profonda educazione religiosa secondo la dottrina dei farisei. Persecutore convinto della giovane chiesa cristiana (Gal 1,13), e coinvolto nell’assassinio di Stefano (si ricorda che Saulo custodiva le vesti dei lapidatori (At 7,58), ha ricevuto una profonda e radicale trasformazione da Gesù risorto che gli è apparso sulla via di Damasco (At 9,3.19), consacrandolo alla speciale missione di apostolo dei pagani (Ef 3,2ss).
1.3 – Nel 49 d.C., a 14 anni dalla sua conversione, sale a Gerusalemme per partecipare al concilio apostolico, dove si sancisce che la legge giudaica non obbliga i cristiani convertiti dal paganesimo (cfr At 15); nello stesso tempo viene riconosciuta la sua missione di apostolo dei pagani (Gal 2,7-9). Paolo riprende i suoi viaggi missionari, in varie fasi (negli anni 50-52 e 53-58), fino a che viene arrestato a Gerusalemme (At 21,27s) e tenuto prigioniero a Cesarea fino all’anno 60. Condotto a Roma sotto scorta, vi dimora due anni 61-63 (At 28,30). La sua vita si conclude con il martirio, attestato dalla più antica tradizione nell’anno 67, nel luogo dove ora sorge il monastero delle Tre Fontane a Roma.
– 2.1 PAOLO APOSTOLO E EVANGELIZZATORE.
Paolo è un’anima di fuoco, consacrato senza riserve a Dio che serve con assoluta lealtà, prima perseguitando i cristiani (1 Tm1,13), poi predicando Cristo in cui solo c’è salvezza. Animato da uno zelo incondizionato, affronta ogni sorta di prove per amore di Colui che ama e serve: travagli, fatiche, sofferenze,pericoli (1 Cor 4,9s); nulla lo potrà separare dall’amore di Dio e del Cristo (Rm 8,35s).
2.2 – La sua predicazione è anzitutto il KERYGMA APOSTOLICO (At 2,22), proclamazione di Cristo crocifisso e risorto secondo le Scritture (1 Cor 15,3). Il suo Vangelo è quello della fede comune della chiesa ed è solidale con le tradizioni apostoliche; ha solo la speciale applicazione riguardante la conversione dei pagani (Gal 1,16), nella apertura universalistica del messaggio evangelico.
2.3 – Paolo ha saputo rivestire il kerygma di meravigliosi sviluppi teologici (Ef 3,1ss), offrendoci una dottrina profonda sul mistero di Cristo, superando i metodi esegetici dei rabbini., Nelle sue lettere esprime un pensiero molto elevato, espresso in modo ardente e offrendo al lettore varie difficoltà (2 Pt 3,16), me nello stesso tempo gli offre testi di tale potenza religiosa e letteraria senza uguali nella storia della letteratura.
2.4 – Le Lettere che san Paolo ci ha lasciato sono scritti occasionali, non trattati di teologia, ma risposte a situazioni concrete che si erano create nelle comunità che aveva fondato. Non sono lettere private, ma esposizioni destinate a lettori concreti e a tutti i fedeli del Cristo. Non si deve cercare in esse un enunciato sistematico e completo del suo pensiero: esse tuttavia ci permettono di trovare l’essenziale del messaggio paolino, centrato intorno alla persona del Cristo morto e risorto che si sviluppa e si adatta nel corso di tutta la vita.
2.5 – Nel dialogo epistolare con le sua comunità cristiane, Paolo sviluppa la riflessione sulla fede in Gesù Cristo, Signore e Figlio di Dio, sul significato e valore della morte in croce, sull’azione dello Spirito Santo, fonte della libertà cristiana. Paolo, alla luce del Vangelo ripensa l’identità e la dignità dell’essere umano, salvato e redento da Cristo: ne scaturisce l’UOMO NUOVO, essere ormai destinato al cielo perché rivestito di Cristo.
– 3.1 PAOLO DA RISCOPRIRE.
La conoscenza di Paolo e della sua personalità anche sotto il profilo umano, acquisendo una certa familiarità con il suo ambiente religioso e culturale. Il valore della personalità risulta dall’insieme della nostra conoscenza della vita della chiesa primitiva, delle sue lettere, dell’approfondimento della comprensione attraverso la lettura dei Padri della chiesa, per uscire dal pericolo di ridurre il cristianesimo a un moralismo e a un ritualismo superficiale. L’insieme ci fa scoprire una chiesa concreta, fatta di uomini e donne in cammino nella fatica del credere, viva perché stretta attorno a Cristo, il centro della fede.
3.2 – Paolo ci aiuta a riscoprire il “fondamento teologale” (cfr Rinaldo Fabris) della vita cristiana, centrata sulle FEDE in Dio Padre che si manifesta per mezzo di Gesù Cristo suo Figlio, nello Spirito Santo. Gesù non è un personaggio del passato da studiare e ricordare; egli è la PRESENZA DEL PADRE che opera oggi per mezzo dello Spirito Santo nella storia e in ogni persona che lo riconosce e lo accoglie nella fede.
3.3 – L’amore di Dio che si dona, ha un forte potere liberante per le persone, facendole uscire dal loro egoismo e rendendole disponibile ad accogliere il dono dell’altro. La dimensione teologica si accorda con quella relazionale della vita cristiana. Il dono dello Spirito Santo comunica ai credenti l’amore che illumina e costruisce nuove relazioni umane. L’amore reciproco è la diretta conseguenza dell’esperienza di fede che diventa operativa nell’esercizio della carità, caritas, amore.
3.4 – Paolo ci induce alla riscoperta della LIBERTA’ CRISTIANA. Il Figlio di Dio, Signore, liberandoci dal peccato e dalla morte, fa agire nel credente lo Spirito Santo che comunica la capacità di amare come Cristo ama. L’amore porta a scegliere e a agire sempre secondo la volontà di Dio. Qui riposa la MATURITA’ CRISTIANA, che porta a fare delle scelte secondo la logica della fede e dell’amore. È la SAPIENZA cristiana che porta a creare l’unità tra le persone, nella coerenza tra fede e vita pratica, proprio in un’epoca dove si accusa moltissimo questa fatale dicotomia tra fede e vita.
LA PAROLA DELLA CHIESA 1. Vi mostrerò una via eminente. Il progetto di vita per i credenti battezzati deriva dal loro rapporto con Cristo Gesù. L’impegno etico dei cristiani come risposta all’iniziativa salvifica di Dio, si radica nel dono interiore dello Spirito Santo, comunicato dal Signore risorto. Lo Spirito è la fonte interiore e permanente dell’amore di Dio (Rm 5,5). Da questo momenti i credenti battezzati sono in grado di attuare la loro fede nell’amore fraterno (Gal 5,6). Tutte le sue esortazioni pratiche partono dall’amore e in esso si concentrano. La maturità dei cristiani si misura dalla qualità delle loro relazioni definite dall’amore. Il loro statuto della libertà trova nell’attuazione dell’amore la sua verifica (Gal 5,13). L’unità dei credenti si alimenta dall’amore (Fil 2,1-4).Il criterio ultimo per valutare i carismi o doni suscitati dallo Spirito nella comunità è l’agàpe. Paolo arriva a dire che anche le esperienze estatiche o mistiche più prestigiose, e perfino gli atti di eroismo a favore del prossimo, sono privi di valore senza l’agàpe. Egli non è in grado di dire cos’è l’amore. In un brano di stile ritmico elenca quindici caratteristiche o segni distintivi dell’amore. Alla fine sa dire che l’amore è un’esperienza che anticipa nel tempo la realtà definitiva dell’incontro a tu per tu con Dio (1 Cor 13,1-13).
tratto da: http://dalgrandesilenzio.blogspot.com/ P. Benedetto M. Tosolini