venerdì 1 ottobre 2010

INESAURIBILI TESORI
ALLA NOSTRA PORTATA
 

La Provvidenza ha disposto una regola architettonica secondo la quale, nella natura, ciò che è prezioso tende ad esser raro, o, in altri termini, costuma la qualità è solita esser inversamente proporzionale alla quantità. Infatti, nel regno minerale, l'oro è molto meno abbondante del ferro. E, in quello vegetale, le piante fiorite costituiscono una piacevole eccezione nel mezzo del panorama delle monotone savane e boschi di conifere che coprono buona parte della superficie della terra.
L’ordine soprannaturale, però, non è retto da questa legge, soppiantato come è stato dall'infinita misericordia divina. Così, noi cristiani abbiamo a nostra disposizione un tesoro nel contempo accessibile, prezioso e inesauribile.
Lo compongono, in primo luogo, i sette Sacramenti, istituiti da Cristo stesso, indispensabili per ottenere la vita eterna. Si distingue tra loro l'Eucaristia, la cui dottrina ci è stata ricordata recentemente dal Papa, in quanto essa non è debitamente compresa in tutto il suo valore e rilevanza per la nostra esistenza.
Tuttavia, oltre ai Sacramenti - i più preziosi gioielli di questo benedetto tesoro -, esistono "gemme" e "perle" di minor valore, ma non per questo degne di disprezzo: sono i sacramentali.
Non importa che si tratti di un avvocato o di una professoressa, di casalinga o di un lavoratore muratore, di un medico o di una scienziata. Qualunque sia la nostra professione o situazione, tutti i cattolici devono vivere coscienti della propria condizione di battezzati, membri della Santa Chiesa, cercando, di conseguenza, di santificare tutti gli atti della vita quotidiana: lavoro, studi, conversazioni, refezioni, viaggi e anche i momenti di svago.
Non per nulla il Magistero ecclesiastico ha recentemente insistito sulla necessità di sacralizzare tutti gli aspetti della nostra esistenza terrena: Pio XII ha invitato i laici all'arduo compito della consecratio mundi; Paolo VI ha fatto sua questa espressione, utilizzandola in diversi documenti; ed il Concilio, attraverso la Lumen gentium, convoca tutti ad agire santamente, come adoratori che consacrano a Dio il proprio mondo (cfr. Lumen gentium, n.34). Si tratta, usando le parole di Giovanni XXIII, di "impregnare di Cristianesimo" l'ordine temporale (cfr. Mater etmagistra, n.231).
Per la realizzazione di questo compito, la Chiesa offre, tra gli altri strumenti, l'inestimabile ausilio dei sacramentali. Essi santificano dagli avvenimenti più solenni della vita, come la professione religiosa o la consacrazione delle vergini, fino agli atti più ordinari, come sono le refezioni. Figurano anche, tra loro, certi oggetti come le campane delle chiese, gli ulivi della Domenica delle Palme o l'acqua benedetta.
Pur essendo vero che, in senso stretto, i sacramentali non sono indispensabili alla nostra salvezza, tuttavia, se uno li disprezza non starà trascurando la sua santificazione e si starà comportando come lo stolto che, davanti ad una cassa piena di oro, diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi, gira le spalle?

Tratto da: Salvami Regina – Agosto 2010