domenica 10 maggio 2009

V DOMENICA DI PASQUA anno B


IL TRALCIO

Io sono la vera vite e il Padre mio il vignaiolo.
Rimanete in me e io in voi.
(Gv 15,1.4)

Vite impossibile che germoglia
nel deserto della mia esistenza,
per portare frutti di dolcezza
in un cuore duro e pieno di asperità.

La vigna del Padre è Gesù, il Vivente:
egli dissoda la mia pietraia
e pianta un virgulto di vitigno
là dove c’è indifferenza e confusione.

Mette tutt’intorno protezioni e difese
contro ogni minaccia devastatrice;
acqua di pozzo, riparo per l’arsura,
recinto accurato e guardiano sagace.

Al tempo del frutto il Signore
non trova nulla di dolce;
è il momento della vendemmia
di bacche amare, non di uva succosa.

Ho voluto essere vite e vigna da solo,
senza che qualcuno fecondasse in me
il lavoro fatto sotto l’arsura, perciò
sono diventato rovo e tralcio vagante.

Innesto vitale è Gesù, vera vite
che fa fluire in me il suo frutto:
sangue sparso per il mondo,
vite fecondata dal suo sacrificio.

Unito a Lui, io porto il suo frutto,
grappoli di amore e di pace,
uva dolcissima di carità e di grazia,
balsamo tonificante, vino rigeneratore.

Pane e vino, corpo e sangue,
manna eterna e acqua di roccia, Gesù,
cibo e bevanda che comunica se stesso
a chi siede alla sua mensa imbandita.

Io vivo per lui, perché mi santifica;
amo e servo perché egli è l’Amore
che muore per servire e che si dona
per fare con tutti uno, a gloria del Padre.

padrebenedetto 10, v,2009