martedì 18 dicembre 2007

A proposito di oroscopo. State in guardia!

Attenzione contro le tentazioni del diavolo
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Leone Magno, papa (440-461)
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Settimo discorso tenuto nel Natale del Signore

3. Dilettissimi, per questa misericordia di Dio, la cui ricchezza nei nostri riguardi non siamo capaci di comprendere, i cristiani debbono con molta sollecitudine stare attenti a non farsi accalappiare di nuovo dalle insidie del diavolo e a non cadere nuovamente nelle pastoie degli errori che hanno rinnegato. L'antico nemico, trasfigurandosi in angelo di luce [cfr. 2 Cor 11,14], non cessa mai di tendere ovunque i lacci dell'inganno e di insistere nella lotta per corrompere in qualche modo la fede dei credenti. Egli sa bene con chi usare la fiamma della cupidigia, a chi risvegliare le attrattive della gola, a chi opporre le sollecitazioni della lussuria, a chi infondere il virus dell'invidia. Egli sa bene chi turbare con la tristezza, chi ingannare con allegra spensieratezza, chi opprimere con lo spavento, chi sedurre con la stima mondana. Egli di tutti esamina le abitudini, ventila le cure, scruta gli affetti: cerca occasioni per nuocere lì dove ha visto qualcuno occupato con più impegno.
Purtroppo, tra quei che più tenacemente ha sottomesso, molti ne ha che sono abili nei suoi affari: di costoro egli usa l'ingegno e la lingua per ingannare gli altri. Per opera di questi egli promette i rimedi per le malattie, interpreta gli indizi delle cose future, garantisce l'acquietamento dei demoni e l'allontanamento dei fantasmi. A costoro bisogna aggiungere anche quelli che bugiardamente pretendono di far dipendere dall'influsso delle stelle tutto il corso della vita umana e dicono che appartiene al fato inevitabile quello che invece si deve far risalire alla volontà di Dio oppure alla volontà nostra. Ma non basta; essi, per doppiamente nuocere, promettono che il fato può essere mutato qualora le persone contrariate supplichino le stelle. Così la loro argomentazione viene intrinsecamente distrutta, perché se il destino non è immutabile, non deve essere temuto; se invece è immutabile, non si devono venerare gli astri.
4. Da tali errori viene fuori un'altra empietà, cioè di adorare, come fanno alcuni più stolti degli altri, il sole dagli alti luoghi, quando sorge all'inizio del giorno. Tanto è stimato religioso un comportamento simile che altresì alcuni cristiani, prima di entrare nella basilica di san Pietro apostolo, dedicata all'unico Dio, vivo e vero, dopo aver salito la scalinata che porta all'atrio superiore, si volgono verso il sole che nasce e piegando la testa si inchinano in onore dell'astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto parte per ignoranza e parte per mentalità pagana. Infatti, anche se alcuni intendono venerare il Creatore della luce leggiadra, e non la luce stessa che è una creatura, devono astenersi da ogni apparenza di ossequio sì fatto, perché chi ha lasciato il culto degli dèi, qualora trovasse tra noi una simile usanza, potrebbe praticare, come incensurabile, questo elemento delle vecchie credenze, perché lo vede comune ai cristiani e agli infedeli.
da amare la chiesa

lunedì 17 dicembre 2007

Venerdì 21 dicembre a Piacenza
incontro di meditazione e preghiera in preparazione del Santo Natale
Programma
- ore 19 accoglienza
- ore 20 agape
- ore 22.30 meditazione
- ore 23 Santa Messa
- ore 24 meditazione
per partecipare e informazioni: honfalos@libero.it
Obbligo dell'abito ecclesiastico
paragrafo 66 del
"Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri"
della Sacra Congregazione per il Clero (31/1/1994) 66.
Obbligo dell'abito ecclesiastico
In una società secolarizzata e tendenzialmente materialista, dove anche i segni esterni delle realtà sacre e soprannaturali tendono a scomparire, è particolarmente sentita la necessità che il presbitero - uomo di Dio, dispensatore dei suoi misteri - sia riconoscibile agli occhi della comunità, anche per l'abito che porta, come segno inequivocabile della sua dedizione e della sua identità di detentore di un ministero pubblico. (211) Il presbitero dev'essere riconoscibile anzitutto per il suo comportamento, ma anche per il suo vestire in modo da rendere immediatamente percepibile ad ogni fedele, anzi ad ogni uomo, (212) la sua identità e la sua appartenenza a Dio e alla Chiesa. Per questa ragione, il chierico deve portare "un abito ecclesiastico decoroso, secondo le norme emanate dalla Conferenza episcopale e secondo le legittime consuetudini locali". (213) Ciò significa che tale abito, quando non è quello talare, deve essere diverso dalla maniera di vestire dei laici, e conforme alla dignità e alla sacralità del ministero. La foggia e il colore debbono essere stabiliti dalla Conferenza dei Vescovi, sempre in armonia con le disposizioni del diritto universale. Per la loro incoerenza con lo spirito di tale disciplina, le prassi contrarie non si possono considerare legittime consuetudini e devono essere rimosse dalla competente autorità. (214) Fatte salve situazioni del tutto eccezionali, il non uso dell'abito ecclesiastico da parte del chierico può manifestare un debole senso della propria identità di pastore interamente dedicato al servizio della Chiesa.
dal sito amarelachiesa.blogspot.com
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I movimenti religiosi cattolici
secondo don Luigi Giussani

Riportiamo le belle parole del fondatore di C L espresse in una Scuola di Comunità (n.7) del 2005:

Il fenomeno dei Movimenti nella Chiesa, di tutti i Movimenti nella Chiesa, è – come ha osservato Giovanni Paolo II – l’autocoscienza che rinasce nella sfera della Chiesa stessa. Come l’umanità risplende in ogni focolare che l’amore anima, imbellisce e rende caloroso, così i movimenti rendono la Chiesa viva, vigorosa, calorosa, piena di luce e di splendore nelle parole e nelle esplicazioni, piena di affettività e di rispondenza. I movimenti sono il frutto dell’unità creata dai carismi, da quei doni che lo Spirito Santo ha fatto a coloro che Egli ha scelto, non per il valore delle persone, ma affinché si compia il Suo disegno, il grande disegno che il Padre ha sul mondo, quel disegno che ha un nome storico: Gesù Cristo.

dal sito amarelachiesa.blogspot.com
NO OROSCOPI E PREDIZIONI

UNA DURA CONDANNA ANCHE NEL CATECHISMO

Queste pratiche scavalcano l’ordine provvidenziale e favoriscono il disimpegno e la deresponsabilizzazione.
L’astrologia rientra nelle numerose pratiche divinatorie (chiromanzia, spiritismo, ricorso a medium, cartomanzia, ecc.) a più riprese condannate sin dall’Antico Testamento: «Si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà» (Is 47,13).
La condanna ecclesiale più recente si trova nel Catechismo della Chiesa cattolica (1992): «Dio può rivelare l’avvenire ai suoi profeti o ad altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità». (n. 2115).
Le pratiche divinatorie «occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia e infine sugli uomini e insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo» (n. 2116).
tratto dal sito amarelachiesa.blogspot.com