martedì 7 ottobre 2008


Benedetto XVI inaugura il Sinodo dei Vescovi:
“Il male non avrà mai l’ultima parola, la vittoria finale sarà di Cristo anche se il mondo ha messo da parte Dio preferendo ingiustizia e violenza”
di Gianluca Barile

CITTA’ DEL VATICANO - Con una solenne concelebrazione nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI ha aperto la XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che affrontera' in Vaticano il tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa". Con il Papa, 326 concelebranti: 52 Cardinali, 14 Patriarchi delle Chiese Orientali, 45 Arcivescovi, 130 Vescovi e 85 Presbiteri (di cui 12 Padri Sinodali, 5 Officiali della Segreteria Generale, 30 Uditori, 5 Esperti, 4 Addetti stampa, 24 Assistenti e 5 traduttori). I lavori termineranno fino al 26 ottobre. "Quando gli uomini si proclamano proprietari assoluti di se stessi e unici padroni del creato, possono veramente costruire una societa' dove regnino la liberta’, la giustizia e la pace?", e’ stato l’interrogativo posto dal Pontefice all’inizio dell’omelia. Benedetto XVI e’ partito dall’amara constatazione che "la cronaca quotidiana dimostra ampiamente che si estendono l'arbitrio del potere, gli interessi egoistici, l'ingiustizia e lo sfruttamento, la violenza in ogni sua espressione". "Il punto d'arrivo - ha affermato il Santo Padre - e' che l'uomo si ritrova piu' solo e la societa' piu' divisa e confusa". Per il Papa, dunque, occorre chiedersi se "quando l'uomo elimina Dio dal proprio orizzonte e' veramente piu' felice? Diventa veramente piu' libero?". Nella societa' odierna, ha denunciato Benedetto XVI, "vi e' chi, avendo deciso che 'Dio e' morto', dichiara dio se stesso, ritenendosi l'unico artefice del proprio destino, il proprietario assoluto del mondo: sbarazzandosi di Dio e non attendendo da Lui la salvezza, l'uomo crede di poter fare cio' che gli piace e di potersi porre come sola misura di se stesso e del proprio agire". "Quando Dio parla - ha scandito il Papa - sollecita sempre una risposta; la sua azione di salvezza richiede l'umana cooperazione; il suo amore attende corrispondenza. Che non debba mai accadere, cari fratelli e sorelle, quanto narra il testo biblico a proposito della vigna!". Ma l'umanita' non deve perdere la speranza: il Vangelo, ha detto il Santo Padre, ci da' un "consolante messaggio: la certezza che il male e la morte non hanno l'ultima parola, ma a vincere alla fine e' Cristo. Sempre". Purtroppo, pero’, "Nazioni un tempo ricche di fede e di vocazioni ora vanno smarrendo la propria identita', sotto l'influenza deleteria e distruttiva di una certa cultura moderna". "Se guardiamo la storia - ha osservato Benedetto XVI -, siamo costretti a registrare non di rado la freddezza e la ribellione di cristiani incoerenti. In conseguenza di cio', Dio, pur non venendo mai meno alla sua promessa di salvezza, ha dovuto spesso ricorrere al castigo. E' spontaneo pensare, in questo contesto, al primo annuncio del Vangelo, da cui scaturirono comunita' cristiane inizialmente fiorenti, che sono poi scomparse e sono oggi ricordate solo nei libri di storia". "Non potrebbe avvenire la stessa cosa - si e' domandato il Pontefice - in questa nostra epoca?". In proposito, il Papa ha evocato la parabola della vigna i cui operai "vengono maltrattati e persino uccisi" dai nemici del padrone. La stessa sorte, ha detto, riservata nella storia "al popolo eletto e ai profeti inviati da Dio". Ma non solo: ancora oggi, "il disprezzo per l'ordine impartito dal Padrone si trasforma in disprezzo verso di lui: non e' la semplice disubbidienza ad un precetto divino, e' il vero e proprio rigetto di Dio". Secondo Benedetto XVI, "quanto denuncia la pagina evangelica interpella il nostro modo di pensare e di agire; interpella, in modo speciale, i popoli che hanno ricevuto l'annuncio del Vangelo" e che oggi sono messi a dura prova dal processo di secolarizzazione, fino a rischiare di perdere la propria identita' cristiana. Ma "nelle parole di Gesu' vi e' una promessa: la vigna non sara' distrutta". Infatti, "mentre abbandona al loro destino i vignaioli infedeli, il Padrone non si distacca dalla sua vigna e l'affida ad altri suoi servi fedeli. Questo indica che se in alcune regioni la fede si affievolisce sino ad estinguersi, vi saranno sempre altri popoli pronti ad accoglierla: la vigna continuera' allora a produrre uva e sara' data in affitto dal padrone ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo". Intanto, in questo Anno Paolino "sentiremo risuonare con particolare urgenza il grido dell'Apostolo delle genti: 'Guai a me se non predicassi il Vangelo'; grido che per ogni cristiano diventa invito insistente a porsi al servizio di Cristo", ha quindi esortato il Papa citando l'invocazione "rogate" pronunciata da Gesu' nel Vangelo: "La messe e' molta - ha evidenziato Benedetto XVI - ripete anche oggi il Divin Maestro: tanti non lo hanno ancora incontrato e sono in attesa del primo annuncio del suo Vangelo; altri, pur avendo ricevuto una formazione cristiana, si sono affievoliti nell'entusiasmo e conservano con la Parola di Dio un contatto superficiale; altri ancora si sono allontanati dalla pratica della fede e necessitano di una nuova evangelizzazione. Non mancano poi - ha elencato il Pontefice - persone di retto sentire che si pongono domande essenziali sul senso della vita e della morte, domande alle quali solo Cristo puo' fornire risposte appaganti. Diviene allora indispensabile per i cristiani di ogni continente essere pronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che e' in loro, annunciando con gioia la Parola di Dio e vivendo senza compromessi il Vangelo". Da parte sua, ha assicurato il Santo Padre, "la Chiesa non si stanca di proclamare questa Buona Novella, come avviene anche quest'oggi, in questa Basilica dedicata all'Apostolo delle genti, che per primo diffuse il Vangelo in vaste regioni dell'Asia minore e dell'Europa". "Rinnoveremo in modo significativo questo annuncio - ha promesso il Papa - durante tutta la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha come tema 'La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa'. L'Assemblea sinodale volgera' la sua attenzione a questa verita' fondamentale per la vita e la missione della Chiesa: nutrirsi della Parola di Dio e' per essa il compito primo e fondamentale". Infatti, "se l'annuncio del Vangelo costituisce la sua ragione d'essere e la sua missione, e' indispensabile che la Chiesa conosca e viva cio' che annuncia, perche' la sua predicazione sia credibile, nonostante le debolezze e le poverta' degli uomini che la compongono". Conclusa la concelebrazione dell'Eucaristia con tutti i membri del Sinodo nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI e' rientrato in Vaticano per recitare l'Angelus con gli oltre 50.000 fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Nel breve discorso pronunciato dalla finestra dello studio privato, ha richiamato l’attenzione "sul valore e la funzione di questa particolare assemblea di Vescovi, scelti in modo da rappresentare tutto l'episcopato e convocati per apportare al Successore di Pietro un aiuto piu' efficace, manifestando e consolidando al tempo stesso la comunione ecclesiale. Si tratta - ha continuato il Papa - di un organismo importante, istituito nel settembre del 1965 dal mio venerato predecessore il servo di Dio Paolo VI, durante l'ultima fase del Concilio Vaticano II, per attuarne una consegna contenuta nel Decreto sul ministero dei Vescovi". "Per l'Assemblea sinodale ordinaria - ha sottolineato ancora il Pontefice -, accogliendo autorevoli pareri in tal senso, ho scelto il tema della Parola di Dio da approfondire, in prospettiva pastorale, nella vita e nella missione della Chiesa. Ampia e' stata la partecipazione alla fase preparatoria da parte delle Chiese particolari di tutto il mondo, che hanno inviato i loro contributi alla Segreteria del Sinodo, la quale a sua volta ha elaborato l''Instrumentum laboris', documento su cui si confronteranno i 253 Padri sinodali: 51 dell'Africa, 62 dell'America, 41 dell'Asia, 90 dell'Europa e 9 dell'Oceania. Ad essi si aggiungono numerosi esperti e uditori, uomini e donne, come pure i 'delegati fraterni' delle altre Chiese e Comunita' ecclesiali e alcuni invitati speciali". "Cari fratelli e sorelle - e’ stato il suo appello -, vi invito tutti a sostenere i lavori del Sinodo con la vostra preghiera, invocando specialmente la materna intercessione della Vergine Maria, perfetta Discepola della divina Parola". Ma quali sono le finalita’ del Sinodo? E’ stato il Papa stesso a rispondere: "Favorire una stretta unione e collaborazione tra il Papa e i Vescovi di tutto il mondo; fornire informazioni dirette ed esatte circa la situazione e i problemi della Chiesa; favorire l'accordo sulla dottrina e sull'azione pastorale; affrontare tematiche di grande importanza ed attualità". "Tali diversi compiti - ha rimarcato Benedetto XVI - vengono coordinati da una Segreteria permanente, che opera in diretta e immediata dipendenza dall'autorita' del Vescovo di Roma". "La dimensione sinodale e' costitutiva della Chiesa - ha proseguito il Santo Padre -: essa consiste nel convenire da ogni popolo e cultura per diventare uno in Cristo e camminare insieme dietro a Lui, che ha detto: Io sono la Via, la Verita' e la Vita". L'etimologia della parola Sinodo, ha infine rammentato il Pontefice, "suggerisce l'idea del 'fare strada insieme', ed e' proprio questa l'esperienza del Popolo di Dio nella storia della salvezza". Il Papa, sempre all’Angelus, ha tenuto a sottolineare che la lettura integrale della Bibbia promossa dalla Rai rappresenta per lui un "evento che ben si affianca al Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio". "Io stesso - ha annunciato dopo la tradizionale preghiera mariana - daro' avvio alla lettura del primo capitolo del Libro della Genesi. La Parola di Dio potra' cosi' entrare nelle case per accompagnarsi alla vita delle famiglie e delle singole persone: un seme che, se bene accolto, non manchera' di portare frutti abbondanti". Benedetto XVI ha inoltre ricordato che questa "singolare iniziativa" dal titolo "Bibbia giorno e notte" consiste "nella lettura continua di tutta la Bibbia, per sette giorni e sei notti, fino a sabato prossimo, 11 ottobre, in diretta televisiva. La sede sara' la Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, e i lettori che si susseguiranno saranno quasi 1.200, di 50 Paesi diversi, in parte scelti con criterio ecumenico e molti che si sono liberamente iscritti". Al termine dell'Angelus, Benedetto XVI ha inoltre voluto ringraziare gli animatori della missione "Gesu' al Centro", un'iniziativa ideata da Monsignor Mauro Parmeggiani, il responsabile della pastorale giovanile del Vicariato di Roma che proprio in queste ore entra nella diocesi di Tivoli come nuovo Vescovo. "Cari amici - ha detto il Papa ai volontari della pastorale giovanile -, vi ringrazio e vi incoraggio perseverare nella vostra testimonianza al Vangelo". "Con affetto" il Pontefice ha poi salutato anche "i giovani che partecipano al Meeting Vincenziano organizzato dalle Figlie della Carita' di San Vincenzo de' Paoli della Provincia Romana: cari ragazzi e ragazze - li ha esortati -, imparate dai Santi ad amare la Chiesa e i poveri". Il Santo Padre ha infine manifestato la propria vicinanza ai promotori della Giornata per l’abbattimento delle barriere architettoniche.