Lo Scapolare della
Beata Vergine Maria
del Monte Carmelo
«Scapolare» viene da «scapola» e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle (in latino: scapulæ), dopo averlo infilato per la testa. Serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito e non insudiciarlo. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il «giogo dolce» di Cristo (Mt 11, 29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano - per le caratteristiche proprie di quest'ordine - lo scapolare assunse ben presto un significato mariano.
L'ordine carmelitano, a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine c'è infatti un gruppo anonimo di eremiti, forse ex crociati, che, verso il 1190, si ritirarono sul monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, ascesi e preghiera contemplativa, a imitazione del profeta biblico Elia. Il loro nome originario è «fratelli della beata vergine Maria», fatto che li caratterizzerà, fin dall'inizio, assieme al legame con Elia, contemplativo e profeta, come «l'ordine della Vergine».
A conferma di questo, si racconta che, nel 1251, la Vergine apparve al generale dell'ordine san Simone Stock. San Simone supplicava spesso la Madonna di proteggere con qualche privilegio i frati che portavano il suo nome. Ogni giorno recitava devotamente questa preghiera: «Fiore del Carmelo, vite feconda, splendore del cielo, Vergine pura, singolare; Madre fiorente, d'intatto onore, sempre clemente, dona un favore, Stella del Mare». Un giorno mentre ripeteva questa preghiera con grande fervore, la beata Vergine gli apparve accompagnata da una moltitudine di angeli, tenendo in mano lo scapolare dell'ordine e gli disse: «Questo è il privilegio che io concedo a te e a tutti i carmelitani: chiunque morirà con questo scapolare non patirà il fuoco eterno».
Fin dal secolo XV la tradizione di questo dono-miracolo si legò al cosiddetto «privilegio sabatino», secondo cui la Madonna avrebbe promesso di preservare i suoi devoti, vestiti dello scapolare, dalle fiamme dell'inferno, e di liberarle da quelle del purgatorio, il primo sabato dopo la morte. Lo scapolare carmelitano, ridotto col tempo alle piccole dimensioni di un «abitino», si diffuse presso ogni genere di fedeli riuniti in confraternite o liberamente e spiritualmente affiliati all'Ordine e influì enormemente sulla spiritualità e sulla devozione popolare.
Il magistero della Chiesa è intervenuto a più riprese per difendere, spiegare e incoraggiare questa devozione, anche in tempi recenti. Il suo valore quindi non dipende tanto dal fatto storico delle apparizioni, quanto dall'intrinseco significato teologico, che il magistero gli ha riconosciuto, attribuendogli il valore di un «sacramentale». Si tratta cioè di un segno sensibile, approvato dalla Chiesa, con il quale evidenziamo la nostra consacrazione o «affidamento» alla Madonna e i vincoli di amore che ci legano a lei. Come l'anello nuziale è una testimonianza della consacrazione matrimoniale di un uomo e di una donna, così lo scapolare dice a tutti che uno è consacrato a Maria.
Significato
Il significato dello scapolare si compendia dunque attorno a questi punti:
1. È segno e pegno. Segno di appartenenza a Maria, pegno della sua materna protezione, non solo in vita, ma anche dopo la morte.
2. Comporta l'aggregazione alla famiglia dei «fratelli della beata vergine Maria».
3. Con lo scapolare Maria stessa consacra il proprio figlio, vestendolo e segnandolo in modo speciale come appartenente a lei. «Donna, ecco il tuo figlio!» (Gv 19,26).
4. Il devoto (dal latino devóvere, offrire, consacrare) con lo scapolare, «consegna sé stesso» a Maria. Come un uomo libero nel Medio Evo si consegnava ad un signore per prestargli servizio e riceverne protezione. «Ecco la tua madre!» (ibid., 27).
5. Il devoto si impegna a vivere il suo servizio al Signore Gesù, attraverso l'intimità familiare con Maria, come «fratello della beata vergine Maria». «Da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (ibidem). Per comprendere lo scapolare bisogna porsi in un'ottica «cavalleresca» che era quella del tempo in cui è nato, ma che appartiene anche ai valori intramontabili dell'uomo. Chi porta lo scapolare, ha detto Pio XII, «fa professione di appartenere a nostra Signora, come il cavaliere di quel tredicesimo secolo - a cui risale l'origine dello scapolare - che si sentiva, sotto lo sguardo della sua “dama”, forte e sicuro nel combattimento e che, portando i suoi “colori”, avrebbe preferito mille volte morire che lasciarli macchiare» (Pio XII, discorso nel settimo centenario dello scapolare carmelitano, 6 agosto 1950).
Norme pratiche
Ogni sacerdote può imporre lo scapolare, benedicendolo con un segno di croce.
Il primo abitino deve essere di stoffa, benedetto e imposto da un sacerdote. Quando lo si deve sostituire, non è più necessaria un'altra benedizione: basta procurarsi un altro scapolare e indossarlo. Andando incontro alle esigenze della vita moderna, il papa san Pio X concesse di sostituire lo scapolare con una medaglia che abbia da un lato l'immagine del sacro Cuore e dall'altra quella della Madonna. Per la sua origine e il suo significato è preferibile usare lo scapolare. In concreto è consigliabile di usare la medaglia di giorno e indossare lo scapolare nel tempo di riposo. Ritrovare ogni sera lo scapolare accanto al letto e compiere il gesto di indossarlo richiama alla mente la consacrazione a Maria e rinnova la fiducia in lei.
Ai devoti dello scapolare è raccomandata in modo speciale la recita del rosario, come colloquio giornaliero con la propria Signora e Sorella e come incontro d'amore con lei nella preghiera. A Fatima le apparizioni si conclusero con la visione della Madonna del Carmelo. Lucia, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna «il rosario e lo scapolare sono inseparabili».
Benedizione e imposizione dello scapolare
Il Sacerdote, rivestito di cotta e stola bianca (o almeno stola) dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, benedici questo Abito che il tuo figlio (la tua figlia) si appresta a indossare devotamente a prova del suo amore, a te e alla tua madre, la beata Vergine Maria del Monte Carmelo; fa' che per la intercessione della stessa tua Madre, difeso (difesa) dal potere diabolico, perseveri nella tua grazia fino alla morte. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti Amen.
Dóminus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.
Orémus.
Dómine Iesu Christe, humani generis Salvátor, hunc habitum, quem propter tuum tuaéque Genitrícis Vírginis Maríæ de Monte Carmelo amórem servus tuus (ancilla tua) devóte est delatúrus (-a) déxtera tua sanctí+fica, ut eádem Genitríce tua intercedénte, ab hoste malígno defénsus (-a) in tua grátia usque ad mortem persevéret: Qui vivis et regnas in saécula sæculórum. Amen.
Per molti:
Orémus. Dómine Iesu Christe, humani generis Salvátor, hunc habitum, quem propter tuum tuaéque Genitrícis Vírginis Maríæ de Monte Carmelo amórem servi tui (ancillæ tuæ) devóte sunt delatúri (-æ) déxtera tua sanctí+fica, ut eádem Genitríce tua intercedénte, ab hoste malígno defénsi (-æ) in tua grátia usque ad mortem persevérent: Qui vivis et regnas in saécula sæculórum. Amen.
Il Sacerdote asperge lo scapolare con l'acqua benedetta e lo impone al fedele dicendo:
Prendi questo abito benedetto e prega la Vergine Santissima perché, per i suoi meriti, ti conceda di portarlo senza macchia, ti difenda da ogni avversità e ti conduca alla vita eterna.
Áccipe (accípite) hunc habitum benedíctum precans (-tes) sanctíssimam Vírginem, ut eius méritis illum pérferas (-átis) sine mácula, et te (vos) ab omni adversitáte deféndat, atque ad vitam perdúcat ætérnam.
Amen.
E prosegue:
Amen.
Per le facoltà che mi sono state concesse, ti rendo partecipe di tutti i beni spirituali, che per la misericordia di Gesù Cristo sono compiuti dai religiosi Carmelitani: nel nome del Padre, + del Figlio e dello Spirito Santo.
Ego, ex potestáte mihi concéssa, recípio te (vos) ad participatiónem ómnium bonórum spirituálium, quæ, cooperánte misericórdia Iesu Christi, a Religiósis de Monte Carmelo peragúntur. In nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti.
Amen.
Amen.
Ti benedica Dio Onnipotente + Creatore del cielo e della terra, che si è degnato di ammetterti nella Confraternita della beata Vergine Maria del Monte Carmelo - Preghiamo la Vergine Santa perché nell'ora della tua morte schiacci il capo del Maligno e ti faccia conseguire la palma del trionfo e la corona dell'eterna eredità.
Bene+dícat te (vos) Cónditor cæli et terræ, Deus omnípotens, qui te (vos) cooptáre dignátus est in Confraternitátem beatæ Maríæ Vírginis de Monte Carmélo: quam exorámus, ut in hora óbitus tui (vestri) cónterat caput serpéntis antíqui, atque palmam et corónam sempitérnæ hereditátis tandem consequáris (consequámini). Per Christum Dóminum nostrum
Amen.
Amen.
Bene+dícat te (vos) Cónditor cæli et terræ, Deus omnípotens, qui te (vos) cooptáre dignátus est in Confraternitátem beatæ Maríæ Vírginis de Monte Carmélo: quam exorámus, ut in hora óbitus tui (vestri) cónterat caput serpéntis antíqui, atque palmam et corónam sempitérnæ hereditátis tandem consequáris (consequámini). Per Christum Dóminum nostrum
Amen.
Amen.
Infine il Sacerdote asperge il fedele con l'acqua benedetta e intona una preghiera mariana (L'Ave Maria, La Salve Regina, il Sub tuum præsidium, il Memorare).