venerdì 26 ottobre 2007


Vaticano, pubblicata la pergamena di Chinon sull'assoluzione ai Templari

Il 'Processus contra Templarios' è la riproduzione fedelissima di quattro pergamene dove sono annotati 38 verbali di interrogatori ai monaci-guerrieri.
Mons. Pagano: ''Non ha alcuna volontà celebrativa e tantomeno riabilitativa'' dell’Ordine del Tempio.


Roma, 25 ott.(Adnkronos/Adnkronos Cultura)

Non si tratta di una scoperta. Così il prefetto dell’Archivio segreto del Vaticano, monsignor Sergio Pagano, ha esordito presentando il volume “Processus contra Templarios”, sgomberando il campo da alcune imprecisioni apparse sulla stampa degli ultimi giorni. ''È il terzo numero di una collana che si chiama ‘Exemplaria Praetiosa’ – ha precisato - inaugurata nel 2000'' e che prosegue oggi con una pubblicazione che non ha ''alcuna volontà celebrativa e tantomeno riabilitativa'' dell’Ordine del Tempio. È inoltre “del tutto accidentale” il fatto che, proprio quest’anno, ricorra il settimo centenario dall’inizio del processo ai templari. La pubblicazione racchiude al suo interno la riproduzione fedelissima di quattro pergamene, la cui lunghezza complessiva somma 5 metri e mezzo e in cui sono stati annotati 38 verbali di interrogatori. I primi tre documenti si riferiscono all’inchiesta pontificia sull’Ordine dei templari tenutasi a Poitiers e costituiscono gli esemplari superstiti di un corpus originario di cinque rotoli membranacei. La quarta pergamena rappresenta il documento più importante e intorno al quale si concentra l’interesse degli studiosi e degli appassionati della vicenda. Essa è stata rinventuta solo nel 2001 ed è l’atto originale di assoluzione concessa dai cardinali plenipotenziari del Papa Clemente V al Gran Maestro del Tempio Jacques de Molay e agli alti dignitari templari rinchiusi nel castello di Chinon, da cui prende nome la pergamena. Il documento in questione, in realtà, era già stato censito nei cataloghi una prima volta nel 1628 e successivamente nel 1912. Tuttavia solo sei anni fa è riapparso fisicamente, grazie alle ricerche di Barbara Frale, officiale dell’Archivio segreto Vaticano. “La grande cosa – ha detto l’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi - è la pubblicazione definitiva di questi documentii, sarebbe un film stupendo, ne ho anche parlato con De Laurentis che ha manifestato un interesse di massima. E' un dramma di proporzioni epocali, quasi apocalittiche, con una conclusione di una drammaticità smisurata e un duello all’ultimo colpo e all’ultimo inganno tra un re e un pontefice francesi”. Il processo ai Templari si svolse infatti per la quasi totalità nel periodo della “cattività avignonese” che vide, dopo gli scontri tra il papato e la monarchia francese, l’arcivescovo di Bordeaux, Bertrand De Got, salire al soglio pontificio con il nome di Clemente V e spostare la sede papale da Roma ad Avignone: era il 1309. Cinque anni dopo, il 18 marzo 1314, “moriva sul rogo Jaques de Molay, l’ultimo Grande Maestro dell’Ordine del Tempio – ha ricordato Barbara Frale - con una condanna per eresia, benché fosse stato precedentemente assolto dall’autorità pontifica. Un cronista dell’epoca riportò la versione secondo la quale prima di morire avrebbe chiamato il re di Francia e il papa Clemente V davanti al tribunale di Dio”. Proprio da questo episodio sarebbe nata “l‘infinità di leggende” sulla vicenda dei templari, favorite anche dalla “grande perdita di documenti di un processo durato sette anni - ha osservato la Frale - che è stato inoltre un enorme intrigo internazionale in cui si scontrarono l’autorità della Chiesa e quella del sovrano di Francia e di altri sovrani laici desiderosi di smantellare l’Ordine del Tempio, oramai una specie di fossile del tempo delle crociate”. Contrariamente agli scrittori di fantasia “gli storici hanno giocato al ribasso, negando le colpe dei templari”. La verità, come sempre, sta nel mezzo e proprio l’ammissione delle proprie responsabilità di fronte al papa e il contestuale pentimento degli alti dignitari dell’ordine determinò la loro assoluzione, documentata nella Pergamena di Chinon. “E' questo il contenuto della pergamena ed è veramente sorprendente che sia stata sempre custodita fin dai tempi di Clemente V nell’archivio pontificio e censita già nel 1628 e più tardi in un dettagliato catalogo del 1912”, pur passando inosservata agli studiosi. Forse essi sono stati “depistati” da una serie di eventi, tra i quali la Frale cita gli autorevoli studi di Scottmuller, “che non riconobbero la reale importanza di quell’inchiesta, scambiandola per un’inchiesta diocesana tra le tante celebrate in Francia”. La Frale invece, è stata insospettita dalla presenza tra i giudici di Berenger Fredol, nipote e braccio destro del papa e “l’uomo più importante del collegio dei Cardinali”. L’intervento di una tale autorità non poteva essere che giustificato dall’importanza della circostanza, che coinvolgeva i Capi dell'Ordina e sarebbe termionata con la loro assoluzione. Dalla vicenda emerge anche una nuova figura di Clemente V, solitamente visto come il “cappellano di Filippo il Bello”. “L’Ordine del Tempio è un pezzo della Chiesa di Roma. Il papa che non poteva acconsentire che venisse distrutto per sottrargli beni da utilizzatre in una guerra contro un altro sovrano cattolico re di Inghilterra era impossibile. Clemente V ha subito il processo contro l'Ordine dei templari, che che in realtà fu sacrificato per evitare l’apertura di uno scisma che avrebbe portato alla formazione della Chiesa di Francia”.

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Pubblicato il volume del “Processus Contra Templarios”
Svelate le manovre del re di Francia per impossessarsi del denaro dei Templari

CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 25 ottobre 2007 (ZENIT.org).

Questo giovedì con una conferenza stampa tenutasi all’interno del Vaticano, nella Sala Vecchia del Sinodo, è stato presentato in anteprima mondiale il Processus Contra Templarios, una inedita ed esclusiva edizione degli atti integrali dell'antico processo ai Templari.Il pregiato volume, pubblicato in edizione rigorosamente limitata a 799 esemplari e al prezzo di 5.900 Euro, è stato curato dagli Officiali dell'Archivio Pontificio e contiene la riproduzione fedele degli originali pergamenacei conservati nell'Archivio Segreto Vaticano. L'opera, distribuita dalla Società Scrinium di Mestre, si inserisce nella collana degli Exemplaria Praetiosa, che raccoglie i fac-simili di pregio di documenti antichi e preziosi, il cui ricavato delle vendite è destinato in parte al restauro della documentazione danneggiata che si trova conservata nell'Archivio Segreto Vaticano. La pubblicazione ha suscitato un interesse a carattere mondiale dovuto soprattutto al fatto che la storia Cavalieri del Tempio, nati nel 1119 per proteggere i pellegrini e la Terra Santa, è stata sempre al centro di leggende, dicerie, morbosità varie. Il valore principale della pubblicazione, oltre alla perfetta riproduzione dei documenti originali del processo, sta nei testi critici che accompagnano il volume e che spiegano come e perché il Pontefice Clemente V (1305-1314) assolse i Templari dall’accusa di eresia, sospese l’Ordine senza scioglierlo, reintegrando gli alti dignitari Templari e l’Ordine stesso nella comunione e nei sacramenti della Chiesa. Pur essendo il pontificato ad Avignone, il Pontefice Clemente V ebbe il coraggio e la capacità di opporsi alle pressioni e al rischio di scisma del re Filippo IV di Francia (più noto come Filippo il Bello) che regnò dal 1285 fino al 1314.Per finanziare una dispendiosissima guerra contro l’Inghilterra, Filippo IV pensò bene di impossessarsi delle sostanze dei Templari e per questo mise in atto una strategia di discredito accusando di eresia i cavalieri dell’Ordine.Forte di un notevole impianto accusatorio sostenuto dall’inquisitore di Francia e dai teologi della Sorbona, utilizzando anche il ricorso alla tortura nei confronti dei Templari arrestati, Filippo IV ottenne numerose ammissioni di colpevolezza. In esse si raccontava di riti iniziatici di accoglienza nell’ordine, fra cui la prassi del rinnegamento di Cristo e dello sputo sulla croce, estorta dai frati “anziani” ai novizi per saggiarne lo spirito di abnegazione e di totale sottomissione ai superiori, oltre a pratiche idolatriche e ad altri atti scandalosi. Tuttavia il Pontefice Clemente V non si lasciò convincere sulla colpevolezza dei Templari. I documenti (208, 209 e 210) riprodotti nel volume Processus contra Templarios riportano dell’inchiesta pontificia sull’Ordine dei Templari tenutasi a Poitiers e costituiscono gli esemplari superstiti di un corpus originario di 5 rotoli contenenti le confessioni di 72 Templari interrogati da Clemente V dal 28 giugno al 2 luglio 1308. Convintosi dell’infondatezza delle accuse di eresia, il 14 agosto 1308, dopo aver ingannato le spie di Filippo il Bello, il Papa inviò segretamente tre Cardinali alla volta di Chinon, con l’incarico di tenere in suo nome quell’inchiesta pontificia sui dignitari del Tempio che il Re di Francia aveva impedito. I commissari, interrogati i Templari esortarono questi a fare ammenda per i loro errori mediante una richiesta di perdono alla Chiesa, per poi assolvere i penitenti in nome di Clemente V, reintegrandoli nei sacramenti ecclesiastici. La prova di questa storia sta in una quarta pergamena (217) riprodotta nel volume, che è l’atto originale dell’assoluzione concessa dai cardinali plenipotenziari di Clemente V al gran maestro del tempio, Jacques de Molay e agli altri dignitari templari nel castello di Chinon dove Filippo IV li aveva illecitamente reclusi.Dai documenti emerge che il Pontefice Clemente V avesse l’intenzione di salvare l’Ordine dei Templari dandogli un ruolo nuovo, dopo averne riformato i costumi e la disciplina, ma il Papa dopo mesi di estenuanti battaglie politiche con il Re, per evitare un eventuale scisma della Chiesa di Francia, non potè portare a termine il suo disegno. Così i Templari screditati e indeboliti dagli arresti, privati dell’antico ideale cavalleresco, conobbero un lento e inesorabile declino, anche a causa della dispersione dei loro beni e della condanna a morte del Gran Maestro Jacques de Molay e degli altri dignitari del Tempio.