giovedì 25 ottobre 2007

Blasone Santo Padre Benedetto XVI

IL SANTO PADRE SULLA POVERTA'

"l'enorme disparità esitente tra ricchi e poveri rappresenta un'offesa alla dignità umana"

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 17 ottobre 2007 (ZENIT.org)

Nella Giornata mondiale del rifiuto della miseria, mercoledì, 17 ottobre 2007 - Unendosi alla Giornata mondiale del rifiuto della miseria, Benedetto XVI ha denunciato che l’enorme disparità esistente tra ricchi e poveri rappresenta un’offesa alla dignità umana.“Quante popolazioni vivono ancora in condizioni di estrema povertà!”, ha esclamato il Pontefice al termine dell’udienza generale di questo mercoledì, alla quale hanno partecipato circa 50.000 persone.“La disparità tra ricchi e poveri s'è fatta più evidente e inquietante, anche all’interno delle nazioni economicamente più avanzate”, ha indicato.“Questa situazione preoccupante s'impone alla coscienza dell'umanità – ha aggiunto –, poiché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offendere la dignità dell’essere umano e da compromettere, conseguentemente, l'autentico ed armonico progresso della comunità mondiale”. Il Papa ha incoraggiato “a moltiplicare gli sforzi per eliminare le cause della povertà e le tragiche conseguenze che ne derivano”.La Giornata mondiale del rifiuto della miseria è stata creata su iniziativa di padre Joseph Wresinski (1917-1988), fondatore del movimento “ATD Quarto Mondo”, il 17 ottobre 1987, quando ha collocato nell’atrio del Trocadero, a Parigi, una lapide “per le vittime della miseria”. L’iniziativa è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1992 sotto il titolo di Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà. In occasione della Giornata, alle 18.00, sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, si è prevista una celebrazione attorno alla lapide che riproduce quella di Parigi. Su di essa vi è scritto: “Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti dell’uomo sono violati. Unirsi per farli rispettare è un dovere sacro”.Questa frase è stata completata nella lapide romana con le parole di Giovanni Paolo II: “Mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo dei poveri e degli ultimi”.

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