giovedì 26 marzo 2009

SUPERBIA, PATACCHE E VANAGLORIA

L'Evangelo, l'umiltà e la fraternità erano e sono alla base della spiritualità e dell'azione dei veri Milites Christi.

Con questo contributo, frutto di una sentita sofferenza e di una rinnovata spiritualità, il fratello Giampaolo, fa sua la nostra Regola, donandoci una riflessione che vi invito a meditare e a fare propria.

Fratelli non fatevi intimidire se qualcuno vi insegue sulla strada del Tempio mostrando curiosità ed invidia che nulla hanno a che vedere con la nostra Fede. Semplicemente ignorateli perché essi non sono nulla che valga la pena di essere inseguito. Chi percorre una strada lastricata di patacche spinto dal vento malefico della vanagloria non serve al Tempio e nemmeno può Servire il Tempio. La Santa Croce è il nostro simbolo ma diffidiamo di chi vuole la Croce grossa. I cavalieri della croce grossa vogliono mostrarsi superiori senza capire che in un mondo di fratelli la grande croce non esiste. Esiste solo la Croce, quella del Cristo.

Il termine supernus, o ordine, non serve a far vivere ciò che non c’è (perché non può esserci), e che si regge solo sulla tecnica della conoscenza primordiale, unita alla “pataccheria” diffusa ed alla vanagloria. Chi fa questo è costretto ad inventarsi ogni volta in associazioni varie, che nulla hanno a che vedere con la Fede, ma solo con la burocrazia, per riuscire a trovare una chiave che non serve se non a chi non è nella Chiesa, perché se ne sta al di fuori.

Noi, fratelli, siamo nella chiesa a pieno titolo, hic manemus et manebimus optime, perché è il luogo che il Santo Battesimo ci ha dato. Mentre Milites Christi lo siamo perché è la Santa Cresima che ci ha reso tali e pauperes vogliamo sentirci per essere più vicini alla spiritualità della Congregazione, che non discende da chi non c’è più, ma che vuole rivivere lo spirito che un tempo è stato dato, agli allora soldati di Cristo, da S. Bernardo, del quale assumiamo nel nostro quotidiano la Regola e non solo il nome.

Non disperiamo mai quando qualcuno ci insegue nel nostro impegno e nelle nostre attività e cerca di colpire tutti noi con il pettegolezzo. Queste sono le loro patacche che mostrano il limite di chi crede di contare più di ogni altro mostrando ciò che non è, oppure mostrandosi diversamente da ciò che è.

Il maligno non si mostra mai nella tenebra. Il maligno si mostra nella luce che può venire dalla superbia, madre della vanagloria così come dai lampeggi dei flash dei fotografi. Oppure da chi parla di Mantelli splendenti quando i mantelli sono stati e saranno sempre i nostri bianchi mantelli, mai indossati come li indossavano, gli scribi ed i farisei.

Noi stiamo con il Papa. E con lui saremo sempre, ubbidendo ai nostri Vescovi senza nulla chiedere, ma solo per metterci al servizio della Chiesa.

Fratelli, riflettiamo insieme su queste parole di un fratello che, soffrendo intimamente ha capito che la strada vera verso il Tempio sta, per noi che l’abbiamo scelta, nella nostra Congregazione. E che, la Gerusalemme Celeste, non la si conquista con le patacche o col mettersi in mostra. Noi non dobbiamo essere né belli né splendenti. Noi vogliamo indossare i nostri mantelli come indossiamo Dio secondo l’invito di S. Paolo.

Preghiamo per il Santo Padre che sta guidando la Chiesa in un mare tempestoso. E Preghiamo per tutti noi e per le anime dei fratelli di un tempo, che hanno pagato cari gli errori, per l’arroganza di un re ingordo, ma anche per la debolezza, in una terra di esilio, per il Papa di allora.
Preghiamo e rivendichiamo lo spirito, ma non la discendenza come altri fanno. E preghiamo per l’anima di chi ci insegue dall’alto della loro arroganza e supponenza, vivendo senza patacche e vanagloria.

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam.

fra Giampaolo Leani