domenica 7 settembre 2008

XXIII Domenica del Tempo Ordinario A

FRATELLI

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro.
(Mt 18,20)

Potenza dell’amore fraterno
che cementa il mondo con la carità:
cadono tutte le barriere davanti alla mite
consapevolezza che siamo tutti fratelli.

Il cuore si apre alla gioia e alla pace,
perché Cristo si fa presente per aprire
il mio essere all’altro, senza ostacoli,
libero di fare dono di me stesso al fratello.

Il viaggio della vita non è una escursione
solitaria, ma un cammino di popolo verso
la terra offerta generosamente dal Padre
perché gli uomini imparino ad amare.

La mia anima si illumina:
non amici o conoscenti, non parenti
o coetanei, tutti semplicemente fratelli,
tutti figli dello stesso Padre celeste.

La sublimazione del mio rapporto
con l’altro mi fa sperimentare
una nuova appartenenza: non vivo
per me, ma sono vivo per ogni uomo.

Gli amici? Uno su mille ti può
essere consigliere disinteressato.
Compagni di gioco, interessi comuni?
Inutili evasioni dalla scontata realtà.

Mi trovo terribilmente solo quando non ho
un fratello da amare, da accogliere
o da servire. Questo mi ricorda
che io non sono fatto per me stesso.

Chi mi può correggere con amore
se non un fratello che mi conosce?
Chi mi può sostenere nella debolezza
se non chi sa di essere come me?

Gesù si fa umilmente mio fratello,
si china con compassionevole tenerezza
sulla mia anima diffidente e timorosa
per strapparla dalla solitudine.

Egli mi insegna ad amare l’altro
nel suo nome, anche quando non
lo sopporto più come marito o padre
e ha mentito come amico.

Amare l’altro come un fratello prevale
anche sul nemico che mi fa del male.
Ho bisogno di tanti fratelli e sorelle
per costituire il popolo della speranza.

Una parentela stretta tra i credenti,
figli dello stesso Padre del cielo,
fratelli di acqua, spirito e sangue,
riuniti in terra e agganciati al cielo.

Tutto è vostro, ormai, dice il Signore,
il potere di legare e di sciogliere i cuori
per aprirli al perdono e alla comunione
unendo in un abbraccio cielo e terra, ormai.

Pben 7, ix, 2008