lunedì 30 giugno 2008

SANTI PIETRO E PAOLO Solennità 0226

DIVENTA AMORE

Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia chiesa
(Mt 16,18)

La fede in Gesù trasforma la vita
di coloro che si lasciano amare
dal Signore crocifisso e risorto,
che perdona i peccati e dà il suo Spirito.

È il travaglio dell’anima,
consegnarsi all’amore che si dona,
sorprendente effetto trasformante,
dopo aver toccato il fondo della debolezza.

La gratuità dell’incontro sulla riva
del lago di Genesaret; il tracollo
delle speranze riposte nella legge
sul duro selciato verso Damasco.

Perché Pietro vegli nella notte dell’anima
per una pesca senza presa?
Perché o Paolo, rincorri quel nome
per gettarlo nell’oblio della storia?

E Pietro si scopre pescatore… pescato,
Paolo, cieco per l’improvviso abbaglio:
impotenti a proseguire oltre
nella notte della vita senza senso.

L’incontro con Cristo vivo illumina
l’anima prostrata per le attese
confuse e contraddittorie e tutto
finalmente incomincia ora, con Lui.

“Ho trovato il Messia”, annuncia
il discepolo a Simone di Giovanni;
e questi incomincia a diventare Pietra,
Roccia e garante della fede, fino ad oggi.

Una parola risuona, pronunciata
dal cuore che ha sempre le sue ragioni:
“Tu sei il Vivente”, proclama il pescatore,
il Cristo di Dio, ieri, oggi e sempre.

Chi sei tu, Signore che ti senti perseguitato?
Sono Gesù, risponde, il Testimone fedele,
il Primogenito dei morti che risorgono
e il Principe dei re della terra.

Come non amarti, o Signore,
dopo aver conosciuto la tua pietà?
come non incatenare la mia vita
alla tua che sale verso le vette dell’amore?

La fede diventa amore per l’eternità,
il perdono si trasforma in gratitudine,
l’abbandono in comunione con te,
il Regno diventa il solum necessarium.

Pben 29.VI. 2008
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SEGUIRE e TESTIMONIARE

Ancora una volta, oggi, ecco il tema della "vocazione". I desideri degli uomini traspaiono nello scriba del Vangelo: "Io ti seguirò dovunque andrai", "Permettimi di andare prima...", e si scontrano con le esigenze di Gesù.
Annunciare il Vangelo, donarsi agli altri, servire la causa del regno di Dio, chiede un atteggiamento che va oltre i limiti umani. Mentre tutti conoscono le condizioni minimali del focolare, della famiglia, della comodità, si chiede a chi segue Gesù di rinunciare completamente a tutto, alla maniera di colui che "non ha dove posare il capo". Che forza hanno queste parole di Gesù: "Seguimi"! Sono valide oggi come lo erano alla loro epoca. La generosità nell'adesione a Gesù non manca, neanche la volontà di seguire Gesù. Ma quello che è necessario è capire l'esigenza radicale del Vangelo. Noi l'abbiamo indebolita con precisazioni, condizioni, spiegazioni, per non ferire... Una sola cosa è sufficiente: "Seguimi". Il cuore generoso risponderà alla chiamata messa così a nudo.
La Parola
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SIAMO MALATI DI PECCATO E QUESTO, CON IL SUO PESO, CI FA MALE, MA…

Egli ha preso su di sé le nostre infermità, si è caricato delle nostre malattie.
Pascal scriverà, facendo parlare Gesù: "I medici non ti guariranno! Sono io che guarisco e rendo il corpo immortale!".
Gesù si prende carico di tutte le nostre infermità, di tutte le nostre malattie, sia fisiche che morali. Non dobbiamo avere paura di parlargliene! Sappiamo parlargliene con la fede del centurione, con quella della suocera di Pietro, dei parenti degli indemoniati, con quella dei malati.
Egli potrà dirci, come al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua fede". Egli potrà, come la suocera di Pietro, toccare la nostra mano. Potrà cacciare i nostri demoni per mezzo della sua parola. "Signore Gesù, i medici non mi guariranno, ma sei tu che guarisci! Infondi in me la fede del centurione, quella della suocera di Pietro. Guariscimi, caccia i miei demoni. Toccami. Di' una parola ed io sarò guarito!".
La Parola