giovedì 3 aprile 2008

Sacra Sindone
Nei giorni scorsi si è tornati a parlare della sacra Sindone.
Un interessante articolo di Andrea Tornielli
è stato pubblicato su il Giornale del 19 marzo 2008
Noi non abbiamo dubbi. L'immagine sulla Sacra Sindone
è quella del corpo di Cristo. Ma non tutti concordano.


«Il Medioevo? Data inattendibile
Il lenzuolo risale al primo secolo»

di Andrea Tornelli

«Sfido chiunque a riprodurre l’immagine sindonica. Nessuno è in grado di farlo...». Il professor Giulio Fanti, docente di misure meccaniche e termiche all’università di Padova è convinto dell’inattendibilità della datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988 sulla Sindone di Torino, il lenzuolo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. E lo intende dimostrare, portando nuovi elementi sulla modalità in cui la misteriosa immagine si è formata, con il volume La Sindone. Una sfida alla scienza moderna (Aracne editrice, pp. 608, 42 euro) a giorni in libreria. Il Giornale l’ha intervistato, alla vigilia del documentario che la Bbc manderà in onda il Sabato santo. Nel filmato uno degli scienziati che fecero la datazione al carbonio 14 stabilendo che la Sindone risaliva al medioevo, Christopher Ramsey, ha sostenuto che quei risultati potrebbero essere messi in discussione dagli «effetti ambientali». Partiamo dalla datazione. Che cosa ha scoperto? «Non è una scoperta solo mia. Rifacendo i calcoli sulla base dei dati forniti dai tre laboratori che eseguirono l’esame al radiocarbonio nel 1988 ci si rende conto che è stato commesso un errore di calcolo. L’attendibilità della datazione medioevale è pari soltanto all’1,2 per cento. Cioè assolutamente inattendibile». Com’è potuto accadere un errore di questo genere? «Diversi studiosi hanno dimostrato già da tempo che i risultati della datazione, in base al test statistico cosiddetto di Pearson, hanno una probabilità superiore al 95 per cento di non corrispondere a quelli della Sindone. È stato inserito nella formula un numero sbagliato, che ha falsato il risultato finale, un 31 è stato sostituito con un 17. Questo farebbe pensare persino a una manomissione finalizzata a ottenere il risultato desiderato». È un’accusa grave... «I numeri sono numeri. E sono inattendibili. Queste confutazioni sono scritte da scienziati. Forse c’è una lobby che teme la verità su quei calcoli, teme di doversi rimangiare il risultato sulla Sindone di origine medioevale, quando tutto, invece, lascia pensare che sia molto più antica e che risalga al primo secolo».
Perché, allora, quella data medioevale? «Nel mio libro pubblico i risultati di una recentissima ricerca fatta dal ricercatore Gerardo Ballabio: riesaminando il dato delle età dei tre campioni presi in considerazione dai laboratori si nota una variazione che arriva anche a 200 anni nello stesso piccolo brandello di tessuto. In pochi centimetri quadrati, una variazione enorme. Questo indica inequivocabilmente che c’è stata una contaminazione esterna e dimostra l’inattendibilità del risultato». Quali contaminazioni potrebbero aver falsato l’età della Sindone? «Sono diverse. Dal sudore delle mani di chi stendeva il lenzuolo, tenendolo proprio nella zona da cui sono stati prelevati i campioni, all’incendio avvenuto nel 1532 a Chambery. Infine, non bisogna sottovalutare l’elemento delle radiazioni... ». Che cosa c’entrano le radiazioni con la Sindone?«Per riprodurre un’immagine in quel modo bisogna supporre una fonte di energia agente a distanza, ma che si scatena dall’interno del corpo dell’uomo che vi è avvolto. Una radiazione di grande intensità ma di brevissima durata, millisecondi, forse solo nanosecondi. Stiamo cercando di verificarlo a livello sperimentale all’Enea di Frascati. È stato come un lampo». E che cosa l’avrebbe provocato? La risurrezione? «Non lo sappiamo. Sappiamo solo che l’unico modo per cercare di ottenere qualcosa di simile alla Sindone, anche se per il momento in un frammento piccolissimo di tessuto, è una forte radiazione».Dunque la Sindone non è dipinta... «No. Assolutamente no. Chi continua a dire che è stata realizzata da Leonardo, o che è stata fatta scaldando un bassorilievo, non sa quel che dice. Nella Sindone non c’è passaggio di colorazione attraverso le fibre del lino. L’immagine si è formata per irradiazione». Non credo che il Comitato di controllo sul paranormale, sarebbero d’accordo... «Devo smentirla. Proprio il Cicap, a Torino, nel 2002, ha concluso che il modo in cui l’immagine si è formata non è chiarito. Sfido chiunque a rifare una copia della Sindone con le stesse caratteristiche microscopiche e macroscopiche. Sono a capo di un gruppo di un centinaio di studiosi che discute su questo argomento, “Shroud Science”: abbiamo stilato un elenco di 100 caratteristiche che ha la Sindone e che dovrebbe avere un’eventuale riproduzione. Nessuno però è in grado di farla».


Dal blog.ilgiornale.it/tornielli/
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PER APPROFONDIRE E VEDERE
"Chi è l'Uomo della Sindone"
Università Pontificia Regina Apostolorum
Via degli Aldobrandeschi, Roma
è aperta al pubblico la seconda mostra permanente al mondo sulla Santa Sindone, sullo schema di quella inaugurata con successo il 22 luglio nel centro di Notre Dame di Gerusalemme. Essa ospita, fra l’altro, una copia della Sindone di Torino, una scultura di Luigi Mattei, che ha cercato di ricostruire in tre dimensioni il corpo dell’uomo del lenzuolo, ed una riproduzione della corona di spine, dei chiodi, dei flagelli utilizzati con Gesù, secondo quanto è stato possibile rilevare dall’immagine. Inoltre una serie di grandi pannelli ripercorre la storia della Sindone ed illustra le principali ricerche scientifiche degli ultimi anni, con particolare riferimento ai recenti studi nel settore della botanica.

Negli ultimi anni, la Santa Sindone è stata al centro di un grande interesse da parte del mondo scientifico. Si tratta, forse, dell’oggetto più studiato al mondo, da diversi punti di osservazione: storico, chimico, informatico e perfino botanico e numismatico.
La mostra permanente può essere
visitata con ingresso libero,
dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle ore 16 alle 19