martedì 25 novembre 2008

Dopo la sentenza che condanna a morte Eluana

E’ LA FINE DELLA CIVILTA’

È ANCORA un modo e il più grave per non considera­re l'enormità che la sentenza della Cassazione ha aperto nel nostro Paese. È certamen­te una tragedia di proporzio­ni colossali che si renda legit­timo l'assassinio di una perso­na adulta ma debole e indife­sa. È una tragedia etica e so­ciale di proporzioni spavento­se, ma soprattutto, e questo è il punto, è la fine della nostra civiltà italica.
Una civiltà che è durata qua­si tremila anni e in cui si so­no sintetizzati mirabilmente il genio filosofico della grecità; il diritto romano, fon­te di ordine alla convivenza universale; l'irripetibile e irri­ducibile annuncio della fede, rivelazione di Dio e salvezza dell'uomo; la grande espe­rienza della laicità come li­bertà di coscienza e di ricer­ca. La civiltà dell'uomo e per l'uomo, indisponibile a tutto, perché disponibile solo al Mi­stero. La persona umana, una, unica ed irripetibile, pro­tagonista della sua propria storia e di tutta la storia dell'umanità.

TUTTO questo non esiste più. Preparato da altri even­ti che si sono dispiegati negli ultimi 40 anni e hanno pro­gressivamente annullato l'identità e la dignità della persona, quest'ultimo tratto di penna di oscuri burocrati della Magistratura italiana cancella un'epoca grandiosa. Finisce «l'Italietta», nata male e finita peggio: piccola e quasi insignificante provin­cia nel grande impero della sazietà e della disperazione. Chi può e vuole, lavori da su­bito alla nascita di una nuo­va civiltà: dovrà necessaria­mente avere forme e modi nuovi, inizi più umili, ma in essa dovrà battere il cuore an­tico, che non è stato distrutto perché non può essere distrut­to. Il cuore dell'uomo infatti è indistruttibile.

IN QUESTA impresa, del far nascere finalmente quella che già Giovanni Paolo II aveva definito la «civiltà del­la verità e dell'amore», il po­polo cristiano saprà fare la sua parte. Ed è certo che avrà accanto moltissimi uo­mini di buona volontà.

Mons. Luigi Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro