26 Ottobre 2008 XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Oggi la Chiesa celebra: Santi Luciano e Marciano, Martiri
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 22,34-40
Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Meditazione del giorno: Sant'Anselmo d'Aosta
Sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109), monaco, vescovo, dottore della ChiesaLettere, 112, Opera omnia, III, 245
«Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i profeti»
Poiché regnare in cielo non è altro che essere una cosa sola con Dio e con tutti i santi, gli angeli e gli uomini, uniti in una sola volontà e mediante l'amore tanto da esercitare tutti insieme un solo potere: ama Dio più di te stesso e già comincerai ad avere su questa terra quanto vuoi avere perfettamente in cielo. Sii di un solo volere con Dio e con gli uomini, con quelli solo però che non sono in disaccordo con Dio, e comincerai così a regnare con Dio e con tutti i giusti. Nella misura in cui ora ti conformi alla volontà di Dio e degli uomini, Dio con tutti i santi si conformerà alla tua volontà. Se dunque vuoi essere un sovrano in cielo, ama Dio e gli uomini come devi e meriterai di essere ciò che desideri.Ma non potrai avere questo amore perfetto, se non avrai svuotato il tuo cuore da ogni altro amore... Perciò quelli che hanno il cuore pieno d'amore di Dio e del prossimo, nient'altro vogliono se non ciò che vuole Dio, o qualunque altra cosa purché non sia contro Dio. Per questo si applicano assiduamente nella preghiera e in colloqui e meditazioni sulle realtà celesti, perché è dolce per essi desiderare Dio, parlarne e sentirne parlare, e pensare a lui che tanto amano; perciò godono con chi gode, piangono con chi piange (Rm 12, 1-5), hanno compassione dei miseri e soccorrono i poveri: così amano gli altri come se stessi... «Da questi due comandamenti dell'amore dipendono tutta la Legge e i profeti ».
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SENZA MISURA
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore..
e il prossimo tuo come te stesso
(Mt 22,37.39)
Amore, indicibile senso dell’amore!
Che cosa sei? Un fuoco che brucia,
un’acqua che travolge, un silenzioso
movimento del cuore verso l’altro?
Come vorrei definire l’indecifrabile!
L’Amore non è un sentimento sensibile,
né desiderio di possesso dell’altro,
per una semplice gratificazione.
Amore non è follia dei sensi
né imprigionamento condizionante
della volontà che non sa più orientarsi;
amore non è passare di fiore in fiore…
Amore è Persona, è l’Essere aperto
verso l’altro; amore è introdurre
l’altro nell’intimo di se stessi, per
comunicargli la vita, istante per istante.
Amore è il Creatore, perché fa bello
ogni essere, per la gioia degli occhi,
delle mani e del cuore. Amore
è la Bellezza per eccellenza.
Chi ama non alza barriere, ma apre
spazi nuovi per la crescita dell’altro;
amare è condividere la felicità di esistere,
è armonia dell’anima col cosmo!
Si espande il profumo della vita:
basta fare l’altro partecipe del bene
che sta dentro di te, senza calcoli;
tenuto per te, l’amore marcisce.
Amare l’altro con la stessa forza
con cui ti senti amato da Dio, è felicità;
accogliere il fratello con gioia, è un anello
della catena d’amore che avvolge il mondo.
Soffri per l’Amore, ogni volta
che accetti di svuotare te stesso
per fare posto all’altro che cerca
di esprimere la sua parte migliore.
Amare Dio Amore, significa riconoscere
che sei amato dall’amore eterno;
amare il fratello è dare un volto
a Colui che ti ha amato per primo.
Il fratello che ami è la misura dell’amore
che hai verso Dio; è riconoscere che Dio
ama indicibilmente ogni uomo
facendo dono di sé ad ogni istante.
Amare è morire per risorgere nell’altro,
è espandere la propria vita in ogni cuore,
fino ad incendiare d’amore il mondo,
la storia, i popoli, l’universo planetario.
Signore insegnami ad amare l’Amore
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore..
e il prossimo tuo come te stesso
(Mt 22,37.39)
Amore, indicibile senso dell’amore!
Che cosa sei? Un fuoco che brucia,
un’acqua che travolge, un silenzioso
movimento del cuore verso l’altro?
Come vorrei definire l’indecifrabile!
L’Amore non è un sentimento sensibile,
né desiderio di possesso dell’altro,
per una semplice gratificazione.
Amore non è follia dei sensi
né imprigionamento condizionante
della volontà che non sa più orientarsi;
amore non è passare di fiore in fiore…
Amore è Persona, è l’Essere aperto
verso l’altro; amore è introdurre
l’altro nell’intimo di se stessi, per
comunicargli la vita, istante per istante.
Amore è il Creatore, perché fa bello
ogni essere, per la gioia degli occhi,
delle mani e del cuore. Amore
è la Bellezza per eccellenza.
Chi ama non alza barriere, ma apre
spazi nuovi per la crescita dell’altro;
amare è condividere la felicità di esistere,
è armonia dell’anima col cosmo!
Si espande il profumo della vita:
basta fare l’altro partecipe del bene
che sta dentro di te, senza calcoli;
tenuto per te, l’amore marcisce.
Amare l’altro con la stessa forza
con cui ti senti amato da Dio, è felicità;
accogliere il fratello con gioia, è un anello
della catena d’amore che avvolge il mondo.
Soffri per l’Amore, ogni volta
che accetti di svuotare te stesso
per fare posto all’altro che cerca
di esprimere la sua parte migliore.
Amare Dio Amore, significa riconoscere
che sei amato dall’amore eterno;
amare il fratello è dare un volto
a Colui che ti ha amato per primo.
Il fratello che ami è la misura dell’amore
che hai verso Dio; è riconoscere che Dio
ama indicibilmente ogni uomo
facendo dono di sé ad ogni istante.
Amare è morire per risorgere nell’altro,
è espandere la propria vita in ogni cuore,
fino ad incendiare d’amore il mondo,
la storia, i popoli, l’universo planetario.
Signore insegnami ad amare l’Amore
Pben 26, x, 2008