giovedì 10 luglio 2008

LO SCRUPOLO


1. Che cosa è lo scrupolo e di quante sorta.
2. Donde vengono gli scrupoli.
3. Patimenti e pericoli dello scrupoloso.
4. L'uomo veramente virtuoso non è scrupoloso.
5. Motivi di disprezzare lo scrupolo.
6. Rimedi contro lo scrupolo.

1. CHE COSA È LO SCRUPOLO E DI QUANTE SORTA

Scrupolo, nel suo significato primitivo, indica una pietruzza che, penetrata nella scarpa, rende disagiato il camminare. Nel linguaggio figurato, divenuto l'usuale, significa la trepidazione, il timore, le pene di una coscienza che si conturba senza motivi sufficienti, perché provenienti da supposizioni incerte e senza ragionevole fondamento, che mettono in angoscia l'anima (Psalm. XIII, 5): «Tremarono quando non v'era ragione di timore». Vi sono due sorta di scrupolosi: gli uni dubitano e temono sempre che i loro peccati passati non siano stati bene accusati; temono di aver mancato di contrizione; temono di non aver ricevuto il perdono, avendo però fatto quanto era in loro per eccitarsi al dolore, per confessarsi bene e schiettamente, per non ricadere nella colpa. Tali scrupolosi non lasciano di essere buoni cristiani e ordinariamente finiscono bene. Gli altri, vivendo male, hanno scrupolo sul passato, ma senza darsi pensiero di ben confessarsene, senza desiderio di emendarsi, senza risoluzione di evitare il peccato. Costoro sono vicini alla rovina...

2. DONDE VENGONO GLI SCRUPOLI

1° Presso alcuni lo scrupolo ha origine da un temperamento melanconico, o da qualche affezione morbosa, o da troppo severa mortificazione... In questo caso il rimedio è nella medicina.
2° In altri ha per cagione la debolezza di spirito o di giudizio. Non sanno discernere il bene dal male; vedono il male dove non c'è, non lo vedono dove c'è; quando il male è piccolo, lo credono grande, quando è grave, lo stimano leggero, ecc.
3° Si incontrano degli scrupolosi, e ve ne sono molti, che tali sono per amor proprio, per ostinazione, per disobbedienza, per orgoglio... Si amano troppo; hanno troppo. attaccamento alla propria volontà, un'idea troppo alta dei propri lumi... Sono temerari al punto di credere che i direttori pronunziano sentenza senza sufficiente cognizione di causa; li giudicano o troppo indulgenti, o troppo severi, o non abbastanza istruiti, o mancanti di esperienza, il che tutto infine si riduce a conchiudere che s'ingannano... Pericolosissimo e quasi insanabile è lo scrupolo che deriva da queste fonti...
4° Lo scrupolo può anche essere prodotta da un soverchio timore della morte, del giudizio, dell'inferno. Basta la colpa più leggera per farci credere dannati, l'immaginazione ci esalta, la fantasia ci conduce fuori di senno...
5° Finalmente, lo scrupolo talora viene da Dio che lo permette per metterci alla prova, e se ne serve come di una croce per tribolarci; tal altra viene dal demonio il quale, amante com'è di pescare nel torbido, s'ingegna di conturbare un'anima con lo scrupolo, per impedirle il progresso nel bene...

Si conosce se lo scrupolo viene dal demonio:
1) dall'impulso che si sente e al quale pare che cediamo; se esso è ruvido, molesto, disgustoso, violento, teniamolo sicuramente per diabolico, perché l'impulso divino è soave, dilettevole, calmo... «Dio è tranquillo, dice S. Bernardo, e mette la calma dappertutto; guardare questo Dio di pace, è trovare il riposo (Serm. XXIII. in Cant.)».
2) Si conosce dall'agitazione dell'anima, dalla perdita della pace, dalla dolcezza, dal disgusto della virtù, della rassegnazione, dei pii esercizi...

3. PATIMENTI E PERICOLI DELLO SCRUPOLOSO

Tormento crudele, dolore inesprimibile è lo scrupolo, scrive S. Giovanni Crisostomo; è un verme roditore che divora il corpo e l'anima, le ossa e il cuore; è un perpetuo persecutore, un manigoldo che lentamente indebolisce e consuma le forze dell'anima; è una notte continua; una densa caligine; una nuvola tempestosa; una febbre occulta che brucia più che fuoco; un combattimento senza riposo (Homil. de Cruce). Lo scrupolo inaridisce il cuore, lo rende triste e pesante; ravvolge il cervello in denso fumo e nera caligine; si vede tutto sotto un aspetto tristo, scuro, penoso, nocevole, orrido, spaventoso... Con lo scrupolo più non si scorge né Dio, né la sua legge, né la bellezza e la dolcezza della virtù, né se stesso...
Il giogo di Gesù Cristo pare cosa durissima e insoffribile, e ci sentiamo tentati a parlarne male... Non mai un momento di pace, di tranquillità, di gioia, di luce... Preghiere aride e stentate; sacramenti ricevuti tremando e senza consolazione, se non pure senza frutto...;
tentazioni di scoraggiamento, di diffidenza, di disperazione...
O deplorevole stato! Ma vi è di più; la tentazione dello scrupolo può riuscire molto più pericolosa di ogni altra, perché le altre tentazioni si riguardano come cattive, ma la tentazione di scrupolo ha l'apparenza di prudenza, di verità, di virtù...
Il demonio toglie il timore dei pericoli reali, e ce ne fa temere dei falsi e apparenti... Questa tentazione scuote ed anche toglie affatto la speranza, la rassegnazione; trascina alla mormorazione, all'odio, alla disperazione...
Da lei pericoli d'accecamento spirituale che può condurre all'indurimento del cuore per la via della disobbedienza, dell'ostinazione, dell'orgoglio.

4. L'UOMO VERAMENTE VIRTUOSO NON È SCRUPOLOSO

La vera virtù gode, come dice S. Ambrogio, della tranquillità e della stabilità del riposo. Perciò il Signore riserva il dono inestimabile della pace a quelli che sono perfetti. «Io vi lascio la pace, egli dice agli Apostoli, io vi do la pace, ma non come la dà il mondo, io la do. Il vostro cuore non si turbi e non tema » (IOANN. XIV, 27). Le anime veramente salde nel bene e sinceramente virtuose, non sono agitate dalle cose del mondo, dalle tentazioni, dalle passioni; il timore non le inquieta, non si turbano dei sospetti; niente le spaventa, nemmeno i dolori; ma riparate in porto sicuro, esse vedono passare le tempeste, senza che l'anima loro ne sia smossa (Offic. lib. IV, c. V).

5. MOTIVI DI DISPREZZARE LO SCRUPOLO

1° Il peccato nella sua essenza suppone talmente il concorso della volontà, che se questo manca non vi è mai peccato: così insegna con la Chiesa cattolica S. Agostino (Retract. lib. I, c. XV). - «È impossibile, predicava già San Leone, che vivendo su la terra, anche i più religiosi non ne ritraggano qualche po' di polvere (Serm. IV, de Quadrag.)»; cioè è quasi impossibile che, anche adoperando tutte le possibili precauzioni, attesa la debolezza della natura decaduta, attesi gli ostacoli al bene, attesa l'inclinazione al male, la moltitudine dei nemici e la frequenza dei pericoli, si possano schivare dall'uomo tutte le colpe veniali. Solo nel cielo saremo impeccabili. I Santi medesimi non andarono esenti da alcune leggere macchie... D'altronde, i peccati veniali non tolgono la grazia santificante...
2° Perché dunque tanto affannarsi e crucciarsi? Bisogna umiliarsi e pentirsi, non turbarsi ed angustiarsi...
3° Supposto anche che cadiamo in colpa grave, non sarà mai lo scrupolo e la disperazione che ce ne faranno rialzare, ma la speranza ed il pentimento... Dio perdona sempre a un cuore contrito e umiliato, dice il Salmista (Psalm. L, 19). Dio non nega mai il perdono a chi ritorna pentito a lui. 4° Non bisogna mai separare le nostre miserie e debolezze dalla bontà, dalla misericordia e dal sangue di Gesù Cristo. Tutto ciò è in lui infinito...

6. RIMEDI CONTRO LO SCRUPOLO

«Vuoi tu, dice S. Bernardo, non cedere mai alla tristezza, effetto dello scrupolo? Vivi da buon cristiano : la vita cristiana è sempre nella gioia (De inter. dom. c. XLVI». Infatti S. Paolo scrive: «Gioite nel Signore; di nuovo ve lo ripeto, gioite» (Philipp. IV, 4); e il Salmista esclamava: «Perché sei tu melanconica, anima mia? perché ti conturbi? Spera nel Signore» (Psalm. XLI, 6). «Chi cammina al buio, dice Isaia, chi è nelle tenebre, speri nel nome del Signore, e a lui si affidi» (ISAI. I, 10). Mezzo efficacissimo a schivare e soprattutto a vincere diverse tentazioni è quello di evitare e disprezzare lo scrupolo. Ditegli: No, a te non mi fido, o scrupolo, tu sei troppo cattiva guida; tu vieni dal demonio, mio capitale nemico, e quello che mi offri è falso, inetto, insensato; io mi appiglierò, per prudenza, al contrario di quello che tu mi suggerisci…
S. Antonio assicurava che nessun mezzo è più efficace a sbaragliare i demoni, che la gioia spirituale la quale esclude gli scrupoli. «Se alcuno di voi è triste, preghi» (ISAI. V, 13). Questo è il rimedio che raccomanda S. Giacomo agli scrupolosi i quali però devono prenderlo nel modo indicato dal Savio: «Non moltiplicare le parole tue nelle tue preghiere», come si fa sovente con scrupolose ripetizioni (Eccli. VII, 15). Quegli scrupolosi che non finiscono mai dì affaticarsi lo spirito, ripetendo incessantemente le loro preghiere a cagione delle distrazioni, e che con ciò prendono appunto il partito più sicuro per esserne continuamente assediati, s'ingannano. Questa ripetizione di preghiere, fatta per scrupolo, col timore di non aver detto abbastanza bene, col desiderio sregolato di dire meglio, è inutile, viziosa, ridicola, irriverente; nutre e argomenta i timori e gli scrupoli. Pronunziando le parole, gli scrupolosi soddisfano all'obbligo dell'orazione, e anche quando sono distratti, questa distrazione per l'ordinario non è volontaria, ma è l'effetto dell'immaginazione di una testa esaltata dallo scrupolo ed è quindi esente da colpa. E posto che la distrazione sia volontaria, e vi sia una certa colpa, questa colpa dev'essere cancellata con la contrizione, non con la ripetizione della preghiera... .

Ecco altri eccellenti mezzi per guarire lo scrupolo:


1° Domandare a Dio che ce ne liberi;
2° nutrire una confidenza irremovibile in Dio;
3° non dare orecchio alle suggestioni del demonio e trattarle come si fa, per esempio, coi pensieri contro la fede, di bestemmia, e simili;
4° fermare lo scrupolo sul suo principio; perché lo scrupolo è come una pietra gettata in uno stagno, la quale produce un piccolo cerchio attorno a sé, poi uno più ampio, poi via via cento altri che vanno sempre più dilatandosi;
5° impiegare poco tempo nell'esame di coscienza e non occuparsi della propria confessione se non alcuni minuti prima d'incominciarla;
6° compendiare per quanto si può la propria confessione, non discendere alle particolarità;
7° obbedienza cieca ed assoluta al confessore;
8° comunicarsi spesso e non occuparsi delle proprie colpe né prima né dopo la comunione, ma darsi in braccio a Dio, amarlo, ringraziarlo;
9° ricordare che non la tentazione, ma il consenso macchia l'anima;
10° disprezzare le tentazioni;
11° tenersi umili;
12° invocare sovente i santi nomi di Gesù e di Maria, munirsi spesso del segno di croce.