mercoledì 12 maggio 2010

Sabato 12 giugno 2010 ore 20.30 - Stadio Helvia Recina - Macerata

Il Cardinal Caffarra celebrerà la Santa Messa allo stadio di Macerata

martedì 11 maggio 2010

Comunicato stampa

La Consulta nazionale delle aggregazioni laicali invita tutti al Regina Coeli del 16 maggio 2010 in Piazza San Pietro.
Per testimoniare a Benedetto XVI l’affetto del popolo cristiano


La Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, organismo che raduna sessantasette associazioni e movimenti ecclesiali italiani, invita quanti appartengono e si riconoscono nel mondo dell’associazionismo cattolico a partecipare a Roma alla recita del Regina Coeli, domenica 16 maggio 2010, in Piazza San Pietro.
Vogliamo in questo modo stringerci visibilmente intorno a Benedetto XVI come figli col padre, desiderosi di sostenerlo nel suo impegnativo ministero, esprimendogli affetto e gratitudine per la sua passione per Cristo e per l’umanità intera.
Il 16 maggio a Roma intendiamo consegnare nelle mani di Maria la nostra fedeltà al Santo Padre per il bene della Chiesa, nella quale facciamo esperienza della misericordia, unica risposta adeguata al bisogno di giustizia, che emerge dal cuore di ciascuno in questi momenti.
Ci guida l’umile certezza testimoniata dalle parole del Papa: «È nella comunione della Chiesa che incontriamo la persona di Gesù Cristo, egli stesso vittima di ingiustizia e di peccato. Egli porta ancora le ferite del suo ingiusto patire».
Con questa consapevolezza invitiamo tutti alla preghiera in Piazza San Pietro, grati al Signore che ci ha donato Benedetto XVI come guida nel nostro cammino di fede.

Roma, 14 aprile 2010
La Consulta nazionale delle aggregazioni laicali
L’autentico spirito dei cavalieri del tempio

Nel xii° secolo, un manipolo di uomini, cavalieri laici, guidati da Ugo di Payens, ripugnati dalla mentalità della loro classe sociale di provenienza, che si erigeva a raggiungere il suo fine al di fuori di Dio, mirando solo al proprio vantaggio, al potere e al dominio sull’altro, con profondo disprezzo del prossimo, decidono un cambiamento radicale della loro vita; si prefissano l’obiettivo di rovesciare la consuetudine di pensiero del loro tempo (ma che e’ anche del nostro), intenta a soddisfare l’appetito dei sensi carnali e la bramosia del profitto.
Desiderano vivere imitando quel Dio che si è fatto carne, e pur essendo re dei re, insegna agli uomini cosa vuol dire esercizio del potere: Lui, il potere, lo eserciterà dalla Croce: si fa servo e povero, e si annienta; Lui, il Creatore dell’Universo, da la sua vita per salvare tutta l’umanità, passata, presente e futura. e lo fa per un motivo solo:
perché Dio è amore.
Non l’amore affettivo, sentimentale o mercenario come lo intendiamo noi. Dio dona la sua vita per tutti, anche per i nemici, quelli che lo hanno trafitto, o continuano a farlo. Questa è la follia della Croce; quello che per gli uomini appare un fallimento, una sconfitta, per Dio è la vittoria; è la carta vincente. Questo è l’amore come lo intende Dio, e che noi conosciamo con la parola “carità”; e questa è la vita scelta dai templari. Non un avere, o un prendere, ma un darsi.
la spiritualità centrale dei cavalieri del tempio è tratta, almeno nella sua struttura portante, dai seguenti passi della Sacra Scrittura: “Sono stato crocifisso con Cristo. non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” e: “Come Cristo ha dato la vita per noi, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”.
Quali sono i nostri fratelli?
Per il fatto che condividiamo la medesima natura umana, divinizzata dal Dio fattosi uomo, ogni nostro prossimo che incontriamo è fratello, e in lui, nel nostro fratello, vediamo la presenza di Cristo stesso.
E sappiamo che Gesù dice: “Ogni cosa avete fatto, o non avete fatto a uno di questi miei fratelli, l’avete fatto, o non l’avete fatto a me”.
Vedete come si oppone la logica del mondo da questo originale stile di vita, che come dice san Bernardo di Chiaravalle, ultimo dei Padri della Chiesa: “nasce dalle Sacre Scritture e per volere dello Spirito Santo”.
Questi asceti, innamorati di Cristo, che pur scegliendo di rimanere nel loro stato di laici, abbracciano in un singolare connubio, il contemplativo amore di Maria all’azione eroica di Marta, nella via dell’umiltà, nella povertà volontaria di Spirito e in Obbedienza a Dio, aprono un itinerario della mente e dello spirito ben definito, il cui frutto è la costante conversione morale, del cuore e dei costumi; l’incontro vero col Cristo risorto, l’unione sempre più intima con lui.
Gesù ha detto che i tiepidi li vomita. Li preferisce caldi o freddi; la sequela al Cristo comporta una scelta definitiva, radicale, totale. sembra che oggi ci siano molti cristiani tiepidi, che dichiarano di essere seguaci di Cristo, ma in parole e opere aderiscono alle inclinazioni malsane del mondo, che coltiva una cultura di morte, e non di vita.
San Bernardo che è un cavaliere, e tale resterà nel suo carattere anche dopo l’entrata nel chiostro, è un uomo solido nella fede, maturo in Cristo; intuisce quello che stà nascendo, e lui che aspira a promuovere la cristianità in tutti gli strati sociali del suo tempo, convinto che il buon lievito, per fermentare la pasta, debba coinvolgere anche il mondo laico, coglie al volo l’occasione, abbraccia con tutto il suo vigore questo nuovo ideale di vita che nasce dal Vangelo, lo sente suo e lo sviluppa, redigendo un trattato che sarà destinato a superare l’oceano dei secoli, il: “libro ai Cavalieri del Tempio – l’Elogio della Nuova Milizia”.
Questo cristianesimo coraggioso e virile, a perfetta imitazione di Cristo, concepito da san Bernardo, prenderà forma in questa sua nuova figura di cavalieri, che il mondo non aveva mai conosciuto prima e che, come li ha definiti lui: “ardono tutti del medesimo zelo per la casa del Signore”, ornati non di oro, ma di virtù.
Il codice cavalleresco templare è strutturato affinché i laici, che per vocazione, si identificano in maniera stabile e definitiva, in un così elevato stato di vita, vivano nel mondo, ma senza appartenere al mondo; vivano come se fossero monaci, pur non essendolo, e non monaci qualsiasi, ma monaci Cistercensi, ovvero rinunciando al lusso e alla vita comoda; alle agiatezze e a qualsiasi privilegio sociale, ritornando alla terra, partendo dal basso, dall’essenzialità; pongono Dio al centro della loro vita, secondo il modello Evangelico dei primi cristiani, ispirato dalla Regola di san Benedetto.
Ugo di Payens, che si definisce Ugo peccatore, come lo siamo noi tutti, nella sua lettera rivolta ai templari, afferma che loro, quali membri del corpo di cristo, che è la Chiesa, rappresentano i piedi.
I piedi sono considerati la parte più umile del corpo, e sono a contatto con la terra; Dio stesso ha voluto essere a contatto con la terra, quando ha assunto la nostra natura umana: un corpo mortale, fatto di terra, come il nostro; identico al nostro in tutto, eccetto il peccato.
E' ingaggiato un incessante combattimento spirituale fino al sangue, che vince le tentazioni del Diavolo e il proprio egoismo, spezza le inclinazioni al male, che consistono nel preferire i beni temporali a quelli eterni, e disarma il peccato, e con esso l’Inferno, che altro non è se non la separazione volontaria e definitiva dall’amore di Dio, dalla sua grazia.
Attraverso questo cammino di perfezione plasmato per i cavalieri del tempio, lo Spirito Santo chiama chi lo ascolta, purifica il cuore, fortifica le facoltà umane, procura la padronanza di se, e rende l’uomo idoneo alla partecipazione alla natura Divina; lo fa crescere nella Fede, nella Speranza e nella Carità.
Il carattere dei templari nasce dai Sacramenti e dalla Preghiera; in particolare dal frequente accostamento ai Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia; dallo Spezzare del Pane e della Parola, e dalla recita della Liturgia delle Ore, che è l’opera stessa di Dio (l’Opus Dei), ed è la continuazione del Sacrificio di Cristo immolato sull’Altare.
Da questa fonte d’acqua di vita eterna che sgorga incessantemente dal costato di Cristo, crescono in questi cavalieri le virtù, doni dello Spirito Santo, che li rendono prudenti nel discernere il vero bene, giusti nel dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto, forti nel sacrificare la propria vita per difendere una giusta causa, sobrii nel moderare l’attrattiva dei piaceri, e capaci di equilibrio nell’uso dei beni creati.
Le virtù sono l’uso retto delle facoltà umane che il Signore ha dato a ciascuno di noi per compiere il bene, secondo i suoi precetti; l’esatto contrario sono i vizi. la palestra dei templari mira a convergere le facoltà nelle virtù, lottando contro le suggestioni del male.
San Bernardo dice che se l’intenzione è giusta e retta, secondo Dio, l’azione non può essere cattiva.
Il campo d’azione di questi atleti dello Spirito, si svolge su tre pilastri fondamentali:
1) soccorrere i deboli, gli indifesi e la chiesa;
2) servire i poveri e i miseri, sia nelle necessità temporali che spirituali;
3) difendere, custodire integro, e diffondere il deposito della fede cattolica trasmessa dagli apostoli, e la Terra Santa, soprattutto con la coerenza della vita.
La terra santa non è solo la Gerusalemme terrena: tutti noi, in virtù del Battesimo siamo Tempio dello Spirito Santo, dimora consacrata a Dio, siamo la casa di Cristo ove lui abita, noi stessi siamo Terra Santa; il Padre, per poterci salvare, deve vedere in noi quello che vede nel suo Figlio Unigenito, e noi dobbiamo comportarci come Cristo si è comportato. questo è essere Templari.
I due templari sopra un unico cavallo, antico sigillo dell’ordine, rappresentano l’unità che deve caratterizzare gli autentici seguaci di Cristo, e l’umiltà, l’unico cammino che conduce a Dio, che Giacobbe, in sogno, ha visto come scala, ove gli angeli scendono e salgono), e che si identifica senz’altro nella Croce del Signore, che non è strumento di morte, di tristezza o di oscurità, ma di vita, di luce e di speranza; un ponte umile nelle sembianze, apparente segno di disfatta agli occhi del mondo, ma l’unico che collega la terra al cielo; terrore degli angeli ribelli, che alla sola pronuncia del nome della Croce le forze degli inferi tremano.
Uniti a Cristo, come la testa al corpo, i templari compiono tre azioni fondamentali, che li identificano nel loro carisma:
1) l’azione liturgica del Sacrificio della Messa, ovvero di Passione, Morte e Risurrezione del Signore e la continuazione di questo agire, che è la recita dell’Ufficio Divino, per collaborare con Dio alla sua opera di salvezza del mondo intero; in questo modo i templari pregano non soltanto per la loro salvezza e santificazione, ma anche per la salvezza di chi non prega e di chi non ha più speranza;
2) portano la testimonianza, come ha fatto Cristo sulla croce;
3) sacrificano tutto se stessi a servizio della carità.
Non hanno paura di morire, perché sono già morti alle illusioni delle finte sicurezze, e dell’effimero paradiso artificiale creato in questo mondo che passa, e che è tutto un inganno.
Come dicevo, i templari sono già morti e sepolti assieme a Cristo nel battesimo, per questo non temono la morte corporale, ne una vita austera e di sacrifici, per partecipare col Cristo alla costruzione del regno di pace e di giustizia.
Sono certi però, lo sanno bene, perché lo hanno sperimentato e provato, che il loro Maestro non è un Dio morto, ma è il Dio che è Morto e Risorto; adorano e si nutrono tutti i giorni della Parola Vivente, della Carne e del Sangue Vivo di Dio; la stessa Carne e lo stesso Sangue che Egli prese dalla Vergine e versò sulla Croce, e che è qui presente, adesso, e ogni giorno ci salva. quando il corpo di cristo è mangiato, è vivo, perché dopo essere stato ucciso è risorto.
Cristo risorto dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di Lui, ne su di noi, perché Dio, l’unico che può dare la vita, si è incarnato in noi.
E' necessario mangiare l’Agnello di Dio, per essere protetti dall’Angelo Sterminatore, nè si può uscire dall’Egitto del peccato senza essersi cibati della sua Carne Immacolata, celebrando il passaggio pasquale.
E' questo il vero tesoro dei templari, e loro, pur non volendo perdere la vita, erano disposti a sacrificarla per questo tesoro, e per testimoniare questa loro fede ardente come un fuoco acceso che divampa.
Con questa certezza provata, superata la morte corporale, i sacrifici e la durezza del presente, li attende il loro premio ambito, che nessuno gli potrà togliere; quel premio per il quale hanno dato la vita e stimato tutto il resto un nulla.
Con Lui la Vera Vita, perché la salvezza dell’anima sarà anche la vita nuova ed eterna del nostro corpo mortale, che al tempo stabilito risorgerà.
Solo uniti a Cristo si può partecipare alla gloria di Dio, all’eterna salvezza, alla visione della Gerusalemme che non tramonta e che comparata alla sua dolcezza, il miele diventa amaro come l’assenzio.
I templari si sono rivestiti di Cristo, hanno gustato quanto è buono il Signore, e hanno scoperto la concretezza vera e piena di vivere ogni giorno le Promesse Battesimali.
Non è mia intenzione rappresentare una istituzione fisica, che ha servito con leale fermezza Dio e la Chiesa, e ora non più esistente, ma dare testimonianza ad uno stile di vita intramontabile, quello del Miles Christi, dettato da san Bernardo, che anche oggi conosce nuove vocazioni e porta buoni frutti, in nome di alti ideali e di valori, che Cristo stesso ha indicato come punto di riferimento, e che i templari mirabilmente incarnano.
In questi nostri tempi, dove pare i cristiani si vergognino di mostrare la luce vera che illumina il mondo, c’e’ ancora bisogno di testimoni coraggiosi, coerenti col credo che professano; pronti a remare a testa alta contro la corrente di questi poteri forti, organizzati per dominare le volontà ed assopire le coscienze, che propugnano per verità la menzogna, e spacciano per bene quello che è male, così da far credere lecito ciò che la legge di Dio ha fatto conoscere come illecito e nocivo per l’uomo.
C’e’ un urgente bisogno di valenti e pacifici soldati di Cristo, che non abbiano paura di schierarsi negli atti e nelle scelte, radicati nella fedeltà al Magistero della Chiesa, che è guidata dallo Spirito Santo; e che pur non combattendo nei campi di battaglia, anzi, rigettando ogni forma di violenza, si dispongano al sacrificio di sè stessi, forti e pronti a subire scherni, derisioni ed oltraggi, determinati a respingere tutto ciò che è contrario al nome di Cristo; e decisi nel cimentarsi con eroico impegno, alla costruzione di una cultura sociale, intellettuale e morale ispirata al Vangelo, che è l’unica verità; la verità non degli uomini, ma di Dio.
I “piedi” templari, nel loro stato di laici in seno alla Chiesa, servono e non primeggiano; nascosti nel sacro silenzio dei calzari del Vangelo non amano il chiasso, ma sono umili; non sono fermi in se stessi, ma camminano amando e prendendosi cura del prossimo; impassibili all’assalto del maligno non temono di toccare la terra, ma non si contaminano con il mondo; si avvicinano alla giustizia e respingono le malvagità; sono in viaggio per cercare la santità ed essere nuove creature e vedere Dio faccia a faccia.
Questo e’ l’autentico spirito dei cavalieri del tempio.

Luca Baldon