venerdì 23 luglio 2010

Uniti verso Dio
divisi verso dove...

Immaginate che il mondo sia un cerchio, che al centro sia Dio, e che i raggi siano le differenti maniere di vivere degli uomini. Quando coloro che, desiderando avvicinarsi a Dio, camminano verso il centro del cerchio, essi si avvicinano anche gli uni agli altri oltre che verso Dio. Più si avvicinano a Dio, più si avvicinano gli uni agli altri. E più si avvicinano gli uni agli altri, più si avvicinano a Dio.

P. Dorotej Toic

Vita Cristiana
«Orbene, bisognerà che ci decidiamo a renderci conto [...] del cumulo di giudizi arbitrari, di sostanziali deformazioni, di vere e proprie bugie, che incombe su tutto ciò che è storicamente attinente alla Chiesa. Siamo letteralmente invasi dai travisamenti e dalle menzogne: i cattolici in larga parte non se ne avvedono, quando addirittura non rifiutano di avvedersene. Se io vengo percosso sulla guancia destra, la perfezione evangelica mi propone di offrire la sinistra. Ma se si attenta alla verità, la stessa perfezione evangelica mi fa obbligo di adoperarmi a ristabilirla: perché, dove si estingue il rispetto della verità, comincia a precludersi per l'uomo ogni via di salvezza» (Card. G. Biffi).

Prendo spunto da queste bellissime parole del Cardinale Giacomo Biffi per introdurre l'argomento trattato in questa sezione: la vita cristiana. Non è tempo di rimanere ognuno al proprio posto, è tempo di reagire, è tempo di testimoniare la Verità, di salire fin sopra i tetti per annunziare la parola di Cristo! Il Signore ci chiede di essere testimoni attivi, membri di una Chiesa viva come ha detto recenteente il nostro amato Papa Benedetto XVI! Molto probabilmente in molti di noi risuonano ancora le splendide parole simbolo del pontificato di Giovanni Paolo II, quel "Non abbiate paura" che ha fatto il giro del mondo e che ha contribuito ad un risveglio delle coscienze in paesi martoriati dalla logica di regimi spietati e senza Dio. "Non abbiate paura di aprire la porte a Cristo", non dobbiamo aver paura di testimoniare la Parola di Verità, di anunziare alle genti la Buona Novella come 2000 anni fa...Cristo è morto e risorto per noi! In un epoca di relativismo etico in cui gli stessi cattolici stentano a comprendere che l'aborto è un atroce delitto, che l'uomo non può e non deve decidere legalmente in merito alla vita, che esistono ancora i vizi capitali e il peccato non è andato in pensione, che Satana esiste ed opera instancabilmente nel mondo contro la Chiesa di Cristo...è giunto il tempo di svegliarsi, di destarsi dal sonno della passività, è tempo di testimoniare attivamente la nostra fede, come nei primi secoli!

Rm 13,11 «E' ormai tempo di svegliarsi dal sonno»

Ef 5,14 «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà»

Queste parole:

- Indicano la necessità di tornare al fervore di un tempo a suscitare l'entusiasmo degli inizi
«Hai abbandonato il tuo amore di un tempo, ricorda da dove sei caduto ravvediti e compi le opere di prima.
- Sono un avvertimento a non rimanere nella tiepidezza: «Sii zelante e ravvediti perché non sei né freddo ne caldo e Io sto per vomitarti dalla mia bocca...»
- Sono un invito al risveglio spirituale a quanti vivono spensieratamente «Ti si crede vivo invece sei morto svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta per morire».

Di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, di fronte alle tenebre e al loro esercito schierato non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza della Sua promessa: «Io sono con voi». Pertanto mettiamo Gesù al centro della nostra vita, in ogni ambito: familiare, politico, istituzionale, culturale, storico, filosofico! Vogliamo che Cristo sia il centro vivente della nostra vita cristiana, il cuore pulsante della nostra esistenza! Pertanto non esitiamo e apriamo, spalanchiamo le porte del nostro cuore a Cristo, al Suo Spirito di Verità...e la Sua Luce ci rischiarerà!

Tratto da Christus veritas
Giovanni Montfort e la caduca di Acri

Rino Cammilleri
Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291, i cavalieri latini lasciarono la Terrasanta e alcuni si rifugiarono a Cipro. Giovanni Montfort era Maestro dei Templari, i monaci-cavalieri che saranno ingiustamente distrutti da Filippo il Bello nel secolo seguente. Egli in quell'occasione guidò trecento baroni crociati francesi e tedeschi: si stabilirono a Cipro e vi condussero una vita di perfetta santità, distribuiti in vari eremi. Liti intestine alla Cristianità avevano determinato una situazione senza sbocco ed Acri era ormai circondata.
Nottetempo Pisani, Veneziani e Genovesi fuggirono, lasciando gli assediati alla loro sorte. All'alba del venerdì 18 maggio i Mamelucchi sferrarono l'assalto finale provocando una breccia. Il Gran Maestro dei Templari, Guglielmo di Beaujeu, corse con dodici cavalieri e riuscì ad arginare la fiumana nemica. Ancora alle tre del pomeriggio resistevano, quando il Beaujeu si prese una freccia in petto. Ferito a morte, cominciò a ritirarsi da solo. Ma tale era a quel tempo l'autorità morale dei capi che alcuni crociati spoletini gli gridarono disperati: «Signore, non ci abbandonate o la città è perduta!». Ebbe solo la forza di rispondere: «Non fuggo, sono morto». E spirò. A questo punto i Mamelucchi dilagarono e chi poteva fuggì. Il Patriarca di Gerusalemme colò a picco con la sua nave per aver voluto imbarcare quanta più gente poteva. Il Maresciallo degli Ospitalieri fu trovato morto in mezzo a un'incredibile catasta di corpi nemici. Solo la fortezza del Tempio resisteva ancora. Il Sultano offrì una resa onorevole ma la parola non fu mantenuta: le dame vennero oltraggiate e gli ambasciatori decapitati. Allora i Templari ripresero le armi. Solo il 28 maggio i genieri musulmani riuscirono a far crollare le mura. L'urto finale, sotto il peso delle masse di uomini mandati all'assalto, crollò quel che restava seppellendo tutti. Così finiva il più importante insediamento cristiano in Terrasanta. Lo sgomento fu enorme nella Cristianità. Poiché la vita non era più sicura, i latini cominciarono ad abbandonare la zona. Tra questi, quei trecento cavalieri che abbiamo menzionato all'inizio, poi divenuti santi eremiti sotto la guida di Giovanni Montfort, Maestro dei Templari.

tratto da: Rino CAMMILLERI, I Santi militari, Piemme, Casale Monferrato 1992, p. 177-178