martedì 20 maggio 2008


San Bernardino da Siena

Questo illustre e degno discepolo di S. Francesco d'Assisi nacque nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu allevato a Siena. Entrò a far parte dei Frati Minori, venne ordinato sacerdote e percorse tutta l'Italia esercitando la predicazione con gran frutto delle anime. Propagò la devozione al santissimo nome di Gesù, in seno all'Ordine divenne uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti e scrisse pure dei trattati teologici. Il Signore lo chiamava alla pace dei beati pieno di meriti nel 1444 a l'Aquila e fu canonizzato nel 1450. San Bernardino è il patrono dei pubblicitari italiani.

Monogramma di san Bernardino "Jesus Hominum Salvator"

Dai "Discorsi" di san Bernardino da Siena, sacerdote

Il nome di Gesù è la luce dei predicatori, perché illumini di splendore l'annunzio e l'ascolto della sue parole. Donde credi si sia diffuse in tutto il mondo una luce di fede così grande, repentina e ardente, se non perché fu predicato Gesù? Non ci ha Dio "chiamati alla sue ammirabile luce" (1 Pt 2, 9) con la luce e il sapore di questo nome? Ha ragione l'Apostolo di dire a coloro che sono stati illuminati e in questa luce vedono la luce: "Se un tempo eravate tenebra, ore siete luce nel Signore: comportatevi perciò come figli della luce" (Ef 5, 8). Perciò si deve annunziare questo nome perché risplenda, non tenerlo nascosto. E tuttavia nella predicazione non lo si deve proclamare con un cuore vile o con una bocca profanata, ma lo si deve custodire e diffondere come da un vaso prezioso. Per questo il Signore dice dell'Apostolo: "Egli è per me un vaso eletto per portare il mio nome davanti ai popoli, ai re e ai figli di Israele" (cfr. At 9,15). Un vaso eletto, dice dove si espone un dolcissimo liquore da vendere, perché rosseggiando e splendendo in vasi preziosi, inviti a bere; per portare, soggiunge, il mio nome. Infatti, come per ripulire i campi si distruggono con il fuoco le spine e i rovi secchi e inutili e come al sorgere del sole, mentre le tenebre vengono respinte, i ladri e i nottambuli e gli scassinatori si dileguano: così quando la bocca di Paolo predicava ai popoli, come per il fragore di un gran tuono, o per l'avvampare irruente di un incendio o per il sorgere luminoso del sole, l'infedeltà era distrutta, la falsità periva, la verità splendeva, come cera liquefatta dalle fiamme di un fuoco veemente. L'Apostolo portava dovunque il nome di Gesù con le parole, con le lettere, con i miracoli e con gli esempi. Infatti lodava sempre il nome di Gesù e gli cantava inni con riconoscenza (cfr. Sir 51, 12; Ef 5, 19-20). E di più, san Paolo presentava questo nome, come una luce, "davanti ai re, ai popoli e ai figli di Israele" (At 9,15) e illuminava le nazioni e proclamava dovunque: "La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno" (Rm 13,12). E mostrava a tutti la lampada ardente e splendente sul candelabro, annunziando in ogni luogo "Gesù, e questo crocifisso" (1 Cor 2, 2). Perciò la Chiesa, sposa di Cristo, sempre appoggiata alla sue testimonianza, giubila con il Profeta, dicendo: "Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza, e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi" (Sal 70,17), cioè sempre. E anche il profeta esorta a questo, dicendo: "Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate di giorno in giorno la sua salvezza" (Sal 95,2) cioè Gesù salvatore. (Disc. 49 sul Nome di Gesù)